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Auto elettriche: l'Italia è in forte ritardo

ROMA. L'auspicata accelerazione nella diffusione delle auto elettriche sarà realisticamente possibile soltanto quando questi veicoli saranno più attraenti per prestazioni specie in tema di autonomia, più facili e rapidi da ricaricare, ma anche e soprattutto meno cari da acquistare. È quanto è emerso nel corso del convegno 'Innovazione e futuro dell'auto per una sostenibilità ambientale' organizzato a Milano da Regione Lombardia per iniziativa del consigliere Carolina Toia con la collaborazione de La Compagnia dell'Automobile.

Cittadini e costruttori non devono, se si vuole veramente sviluppare l'auto 'pulita' continuare ad essere penalizzati dalla persistente assenza di una vera politica dei trasporti e questa deve comprendere un piano per le indispensabili infrastrutture di ricarica e gli incentivi all'acquisto che mancano o impallidiscono di fronte a quanto avviene in molti Paesi d'Europa. Restano da chiarire - si legge in una nota de La Compagnia dell'Automobile - costi, normative di impianto e tariffe dell'energia per il sistema di ricarica a domicilio WallBox utilissimo per la carica notturna delle batterie.

Non sono poi ulteriormente rinviabili disposizioni a validità nazionale per l'obbligatorietà dell'uso di auto esclusivamente elettriche o quantomeno ibride plug-in in servizi pubblici come il car sharing urbano e i taxi. Nel suo intervento Marcello Pirovano, presidente de La Compagnia dell'Automobile, ha illustrato la situazione dell'auto elettrica in Italia alla luce dei dati più recenti, sottolineando come il nostro Paese sia in forte ritardo se si tiene conto, delle 1.125 immatricolazioni di auto elettriche nello scorso anno, su un totale di 1.574.775.

«Dati che non consentono certo di raggiungere il traguardo ipotizzato a suo tempo per un 2020 ormai dietro l'angolo - ha detto Pirovano - ma nemmeno quello ipotizzato da Bloomberg New Energy Finance per il 2040, quando si dovrebbero moltiplicare per 95 volte le 462.000 auto elettriche vendute nel mondo lo scorso anno». Il punto di vista dei costruttori è stato portato al convegno da Maurizio Melzi di Mitsubishi che ha proposto una differente strutturazione delle tasse e delle imposte, da calcolare non sulla potenza del veicolo, ma sul suo contributo alla mobilità eco-compatibile, e da Gabriella Favuzza di Renault, che ha stigmatizzato come il successo dell'auto elettrica dipenda non solo dalla qualità complessiva del veicolo, bensì dalla struttura che lo supporta.

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