PALERMO. Il 2015 per la Sicilia è l'anno zero. Per la prima volta dall'inizio della crisi, la spirale recessiva nell'economia regionale subisce una battuta d'arresto, anche se e' presto per parlare di ripresa. Di certo c'e' che dopo anni di indicatori negativi e in caduta libera, nei primi nove mesi del 2015 l'economia siciliana ha mostrato segnali di stabilizzazione. Lo rivela Bankitalia nell'ultimo rapporto sull'andamento congiunturale de "L'economia della Sicilia". L'analisi evidenzia timidi segnali di ripresa nel mercato del lavoro,mentre le imprese di maggiori dimensioni e quelle votate all'export indicano un aumento del fatturato migliore rispetto allo scorso anno. In particolare, secondo un sondaggio condotto da Bankitalia tra settembre e ottobre su un campione di imprese con almeno 20 addetti, la quota di aziende con fatturato in aumento ha superato per la prima volta seppur di poco quella delle imprese con fatturato in calo: segnali positivi, quindi non ancora sufficienti a rilanciare gli investimenti. Nelle previsioni per il 2016, infatti, per circa due terzi delle aziende la spesa per investimenti dovrebbe attestarsi sui livelli di quest'anno. I risultati 'migliori' Bankitalia li rileva nel settore del commercio, che registra una ripresa degli acquisiti di automobili (sono cresciute di oltre un quinto nel 2015 dal 2009) e nel turismo, che nei primi sette mesi dell'anno mostra una crescita significativa. Ad aumentare sono le presenze straniere (+16,5%) , a fronte di arrivi piu' contenuti (+3,1%). Nel 2015, secondo lo studio, diminuiscono a ritmo meno sostenuto i prestiti di banche e societa' finanziarie a famiglie e imprese, mentre risulta piu' favorevole l'accesso al credito. I prestiti alle imprese sono diminuiti dell'1,1%, (erano pari a -2,0 nel 2014), quelli alle famiglie, invece, dell'1,9% (erano -1,6 nel 2014). Rispetto allo scorso annuo sembra attenuarsi, invece, la riduzione dei prestiti per l'acquisto di abitazioni (-1%) . Le rilevazioni di Bankitalia indicano che nel primo semestre dell'anno sono stati erogati finanziamenti per l'acquisto di abitazioni per 726 milioni di euro (+37,8%, rispetto al 2014) mentre le richieste di mutui da parte delle famiglie si sono rafforzate. L'incidenza delle sofferenze bancarie, infine, risulta il calo per le imprese, e in aumento per le famiglie, mentre i depositi bancari crescono rispetto all'anno scorso: l'aumento su base annua e' stato dell'1,8% contro il 2,8% del 2014.
Disoccupazione stabile. Dopo 8 anni consecutivi di recessione e la fuoriuscita dal mercato del lavoro di 168 mila addetti, aumenta seppur di poco il numero degli occupati (+0,5%, circa 7 mila unita' in piu') mentre il tasso di disoccupazione si e' mantenuto stabile al 22,7%. L'analisi evidenzia una crescita dell'occupazione femminile (+2,3%) e degli autonomi(+5,9%), e una diminuzione del 1,2% tra gli uomini e i lavoratori dipendenti. Il trend di ripresa registrato nel mercato del lavoro ha determinato una crescita del 10% del numero degli occupati nel comparto agricolo; e del 2,6% nel settore delle costruzioni, che dal 2008 al 2014 aveva registrato una contrazione degli occupati di oltre il 40%. Diminuisce,invece, il numero di addetti nell'industria in senso stretto, (-1,7%), mentre resta stabile nei servizi (0,1%). Lo studio rivela, pero' anche, un' aumento del numero di siciliani in cerca di un' occupazione a fronte di un tasso passato dal 39,1 del 2014 al 39,4% del 2015. Rispetto allo scorso anno, poi, diminuisce il ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese (35,3% rispetto al 2014); la contrazione ha riguardato tre tipologie di ammortizzatori sociali: il ricorso alla cig ordinaria e' diminuito del 30,6%, mentre quello alla cig straordinaria e quella in deroga del 36,5%. I timidi segnali di ripresa del mercato del lavoro, pero', in Sicilia non sembrano strettamente collegati all'introduzione del Jobs act. "In generale gli occupati sono aumentati di sette mila unita' - ha detto Giuseppe Ciaccio della divisione analisi e ricerca economica della sede siciliana della Banca d'Italia - e' un'inizio di ripresa, vedremo l'andamento nei prossimi trimestri e se sara' confermata. Secondo i dati dell'Inps la Sicilia e' fra le ultime regioni per contratti a tempo indeterminato, con un aumento del 10% rispetto a una media nazionale del 35%. Gli effetti del Jobs act per la Sicilia pero' sono ancora molto deboli".
Calano le importazioni e le esportazioni (-8,2%) in Sicilia nel 2015 ma a ritmo meno sostenuto rispetto allo scorso anno. Lo rivela Bankitalia nell'ultimo rapporto sull'andamento congiunturale de "L'economia della Sicilia". In particolare, le importazioni siciliane sono diminuite del 26,1% (sono state pari a - 13,1% nel 2014) sull'andamento ha inciso la riduzione del valore del greggio, del gas naturale e derivati del petrolio, che rappresentano i quattro quinti del totale dei prodotti importati; mentre l'import delle altre produzioni nel complesso e' aumentato del 11,5%. Secondo Bankitalia, il calo dell'export, invece, e' ascrivibile alla contrazione registrata nel primo semestre di quest'anno nel settore dei prodotti petroliferi raffinati (-18,5%). Lo studio evidenzia pero', al netto di questi ultimi, un aumento delle esportazioni siciliani del 12,2%; lo scroso anno erano diminuite dell'11%. Alla dinamica positiva ha contributo la vendita all'estero di prodotti chimici e dell'agroalimentare, aumentati del 35,8% e del 5,3%. In particolare il calo delle esportazioni ha interessato le vendite verso i paesi dell'Ue che verso quelli extra UE. Le esportazioni nell'Eurozona sono diminuite del 40,8 per cento; del 37%, invece, verso il continente africano. Il trend negativo, pero', non e' stato compensato dall'incremento delle vendite di prodotti degli altri settori, risultate pari al 21,2%.(ANSA).
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