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L'Ocse promuove il Jobs act: "Sta trainando la svolta nel lavoro"

PARIGI. Il Jobs act e gli sgravi per le assunzioni «stanno trainando la svolta del mercato del lavoro» in Italia, «hanno portato a un rilevante aumento dei nuovi contratti a tempo indeterminato e ampliato le reti di sicurezza sociale, rendendo la crescita più inclusiva». Così l'Ocse per cui il tasso di disoccupazione calerà dal 12,3% di quest'anno all'11,7% nel 2016 e 11% nel 2017. «L'estensione delle esenzioni sui contributi sociali per i nuovi contratti, prevista dal progetto di legge di bilancio 2016 oggi in discussione, aiuterebbe a sostenere la ripresa del mercato del lavoro - dice ancora l'organizzazione - La crazione di un'efficace Agenzia nazionale del lavoro per definire e coordinare le politiche attive delle regioni, come prevede il Jobs Act, sarà cruciale per portare più persone in buoni posti di lavoro e per ridurre la disoccupazione strutturale».

Tuttavia, conclude l'Ocse, «servono ulteriori interventi per chiudere il gender gap, incoraggiando la partecipazione femminile alla forza lavoro attraverso il rafforzamento delle cure di buona qualità per i bambini e anziani, e per ridurre la disoccupazione giovanile, che resta elevata».

In Italia «la ripresa sta gradualmente prendendo velocità», e il Pil crescerà dell'1,4% nel 2016 e 2017. Lo afferma l'Ocse nel suo Economic Outlook, ritoccando al rialzo di 0,1 punto le stime rispetto a settembre. «Il mercato del lavoro sta migliorando, e aiuta a spingere i consumi verso l'alto», spiega l'organizzazione, che sottolinea anche «il miglioramento della fiducia di famiglie e imprese e il trend positivo della produzione industriale».

Il Pil quindi «crescerà nei prossimi due anni con l'aumento del potere d'acquisto delle famiglie», e «il rimbalzo degli investimenti potrebbe essere più elevato del previsto, soprattutto se sarà costituita una società di asset management per acquisire i prestiti in sofferenza e il mercato immobiliare residenziale si riprenderà più in fretta». Restano però rischi, avverte l'Ocse, legati a «un ulteriore tumulto finanziario nell'eurozona», che «potrebbe costringere il governo ad accelerare il riassetto di bilancio», e alla «debolezza prolungata di partner commerciali tra i Paesi emergenti, in particolare la Russia», che «danneggerebbe l'export».

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