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Telecom, accordo senza Cgil: tremila esuberi ma nessun licenziamento

Il lungo incontro al ministero dello Sviluppo economico si è dunque concluso con un accordo programmatico che conferma le ipotesi circolate nelle scorse settimane

ROMA. Accordo fatto, ma senza la Cgil, su Telecom Italia. Gli esuberi salgono a 3mila, ma nessuno verrà licenziato, perchè si punterà a solidarietà, mobilità volontaria e ricorso ai prepensionamenti nella modalità prevista dalla legge Fornero.

Il lungo incontro al ministero dello Sviluppo economico, programmato già ai primi di agosto, si è dunque concluso con un accordo programmatico che, in sostanza, conferma le ipotesi circolate nelle scorse settimane.

È vero che i 1.700 esuberi originari sono saliti a 3mila, ma i sindacati hanno incassato la completa cancellazione della societarizzazione dei call center. In questo modo il gruppo viene mantenuto nella sua interezza e la gestione degli esuberi potrà avvenire tutta all'interno dell'attuale perimetro aziendale. L'intesa raggiunta permetterà di gestire i 3.000 esuberi individuati nel Gruppo attraverso i contratti di solidarietà.

In particolare alle 1.700 eccedenze individuate dall'azienda prevalentemente nelle aree di Staff, nelle Attività di Cross Activities di Open Access e in alcuni ambiti della società Telecom Italia Information Technology, si aggiungono ulteriori 1.300 esuberi riguardanti la Divisione Caring Services. Entro un mese da oggi dovranno essere raggiunte specifiche intese a livello aziendale che riguarderanno anche l'utilizzo dell'articolo 4 della Legge Fornero, riconversione professionale e interventi sulla produttività. In particolare, si prevede l'applicazione per un periodo di tre anni del contratto di solidarietà a 2.800 eccedenze nell'ambito di Telecom Italia spa e a 200 unità eccedenti in Telecom Italia Information Technology.

L'accordo prevede inoltre di applicare l'uscita anticipata e volontaria per 330 lavoratori di Telecom Italia spa. Già nei prossimi giorni, insomma, l'accordo verrà concretizzato nei tavoli aziendali per definirlo in tutti i dettagli. L'intesa, ha spiegato infatti il ministero, «definisce il percorso con cui le parti intendono perseguire la finalità di migliore tutela dei lavoratori nel quadro di riorganizzazione ed efficientamento del Gruppo Telecom».

Da questo percorso si è invece tirata fuori la Cgil, il cui sindacato di categoria, la Slc, già alla fine di luglio aveva abbandonato il tavolo: «Solo in Italia - commenta infatti il segretario Michele Azzola - un'azienda può riempire i giornali dichiarando la necessità di dover assumere 4000 giovani prima, per poi sottoscrivere un accordo su 3330 esuberi.

E solo nel nostro Paese si può realizzare un accordo in sede ministeriale certificando esuberi che nella realtà non esistono e di cui nessuno conosce collocazione e ambito di attività». Azzola, tra l'altro, sostiene che nei decreti del Jobs Act ci sarebbe la possibilità di ricorrere alla solidarietà espansiva, che qui viene invece «accantonata» e prevede un «inasprimento nel confronto in azienda».

Di tutt'altro segno, ovviamente, il commento del ministro dello Sviluppo, Federica Guidi, secondo cui «si tratta di un traguardo significativo che non sacrifica posti di lavoro». Il ministro auspica inoltre che «sia fatto ogni sforzo per recuperare quel quadro di generale rappresentanza sindacale che nell'incontro odierno non è stato possibile ottenere. Questa azione sarà rafforzata con la massima determinazione».

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