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Pensioni, sindacati uniti: "Cambiare la legge Fornero"

Da sinistra Carmelo Barbagallo (Uil), Annamaria Furlan (Cisl) e Susanna Camusso (Cgil)

ROMA. «Cambiare la legge Fornero». Cgil, Cisl e Uil mettono a punto la strategia unitaria. E con un lungo incontro fiume della segreteria unitaria, la prima dopo oltre tre anni e mezzo, scelgono un nuovo fronte, oltre a quello della scuola, su cui incalzare il governo. Chiedono un incontro al ministro Poletti per affrontare il tema della flessibilità nel passaggio dal lavoro alla pensione. È un primo incontro per tracciare un percorso comune, nel quale si parla di Europa, pensioni, crescita, Mezzogiorno. Anche di rinnovi contrattuali, senza alcuna moratoria nè per quelli pubblici, nè per i privati.

«Se Confindustria ha intenzione di bloccare la stagione contrattuale se lo dimentichi», dice il segretario Cgil, Susanna Camusso. Difficile invece, al primo incontro, trovare una quadra sul tema della riforma del modello contrattuale. «Siamo per portare a casa i contratti aperti in questa stagione - afferma il segretario Uil, Carmelo Barbagallo - ma dobbiamo approfondire le vicende sul modello contrattuale, dove ci sono posizioni ancora da dover sintetizzare».

Il punto comune è il cambiamento della legge Fornero. «È il momento che il ministro Poletti ci convochi», dice la leader Cisl, Annamaria Furlan. «Flessibilità senza penalizzazione,
lavori usuranti e esodati sono i tre punti da cambiare della legge», spiega la segretario Cgil, Susanna Camusso. Con l'obiettivo di arrivare a delineare posizioni condivise su alcuni punti e da lì partire per realizzare una piattaforma ampia da proporre a Governo e controparte la riunione è stata lunghissima.

A prendere la parola sono stati tutti e 24 i segretari, con le conclusioni affidate ai tre leader. Tutto è iniziato con l'appello all'unità lanciato a fine giugno da Susanna Camusso con una lettera diretta ad Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) che hanno subito accolto l'invito. Le aperture sono sfociate nelle segreteria unitaria che dovrebbe condurre a un documento da sottoporre agli esecutivi delle tre sigle. Tutto ovviamente dipende dall'esito dell'incontro che iniziato alle 15.30 è andato avanti senza interruzioni nella cosiddetta «saletta unitaria».

Uno spazio comune voluto con forza da Barbagallo, che, fin dal suo insediamento, ha dedicato una location nella sede Uil proprio a questo tipo di riunioni, nella speranza che l'attività sindacale ritrovasse compattezza. Il capitolo più delicato da affrontare era quello dei contratti. È un tema su cui preme la Cisl. Sul modello contrattuale - spiega Furlan - «non esiste una posizione unitaria, ma c'è la volontà di continuare il confronto».

«Importante - aggiunge - è il rinnovo dei contratti» dei singoli comparti, ma «il sindacato deve essere protagonista nella proposta sul cambio di modello». Le variabili in gioco sono tante, dal valore della contrattazione aziendale al parametro di riferimenti a cui agganciare gli incrementi (inflazione, produttività). In tutto ciò c'è anche da sbrogliare la matassa
della rappresentanza sindacale, su cui l'intesa è stata già fatta e sottoscritta ma ora deve essere applicata e i nodi da sciogliere non sono pochi.

Più facile invece la convergenza sulle misure per la ripresa: tutte e tre le sigle spingono per ridurre il peso del fisco sul lavoro dipendente e per rimettere mano alla riforma Fornero
sulle pensioni, in modo da anticipare le uscite senza grandi penalizzazioni sugli assegni. I sindacati sembrano intenzionati anche a dare una svolta alle politiche per il Sud, non
escludendo azioni coraggiose pur di frenare la deriva.

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