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Italia quasi fuori dalla recessione, Fmi: "Ma la ripresa è lenta"

Fuori da recessione, l' economia accelera a +1,2% nel 2016

NEW YORK.  L'economia italiana sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione, ma la ripresa è fragile.

Lo afferma il Fmi, prevedendo un Pil in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell'1,2% nel 2016. La performance economica italiana è stata la più debole nell'area euro dalla crisi. Il premier Matteo Renzi ha avviato «un'ambiziosa agenda per rivedere il sistema economico e politico italiano». Lo afferma il Fmi. «C'è ora una finestra di opportunità da cogliere con riforme più profonde per riavviare la crescita», aggiunge il Fondo che incoraggia misure per migliorare l'efficienza del settore pubblico.

Il debito pubblico italiano è sostenibile e si attesterà al 133,3% nel 2015, per poi calare al 132,1% nel 2016. Lo afferma il Fmi, sottolineando comunque come un un debito sopra il 130% «è un importante fattore di vulnerabilità», soggetto ai cambi di fiducia sul mercato, e «limita lo spazio di manovra fiscale». Rivisto leggermente al rialzo il deficit al 2,7% quest'anno e al 2,1% il
prossimo. Il tasso di disoccupazione in Italia si attesterà al 12,5% nel 2015 e al 12,2% nel 2016. Lo prevede il Fmi, sottolineando che «riflettendo l'ampio aumento della disoccupazione, le disuguaglianze dei redditi e il rischio
di povertà sono aumentati». Il Fmi «sostiene l'ampia strategia» dell'Italia per rafforzare i bilanci di banche e aziende, così da facilitare i flussi di credito all'economia. Il Fondo sottolinea quindi come le banche e le aziende in Italia
siano state duramente colpite dalla recessione. E i crediti deteriorati pesano sulle banche divenute caute nell'offrire credito soprattutto alle Pmi. In assenza di fonti alternative di finanziamento delle imprese, questo ha limitato gli investimenti minando la ripresa.

Il modesto consolidamento di bilancio previsto per il 2015 in Italia centra l'equilibrio fra sostegno della crescita e riduzione del debito. «In questo
contesto la reindicizzazione delle pensioni in linea con la Corte Costituzionale non dovrebbe modificare la posizione fiscale quest'anno. Ogni impatto permanente dovrebbe essere compensato riducendo la spesa altrove». Lo afferma il Fmi.

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