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Parte l'era della fattura digitale, da oggi scatta l'obbligo verso qualsiasi amministrazione pubblica

Il tempo ormai è scaduto, il termine fissato riporta la data di oggi, eppure c'è ancora qualche ente ritardatario: l'ultimo monitoraggio ne contava 449

ROMA. Le fatture che le imprese spediranno verso qualsiasi amministrazione pubblica non potranno più essere su carta ma solo in versione elettronica, altrimenti non scatta il "gettone". Il tempo ormai è scaduto, il termine fissato riporta la data di oggi, eppure c'è ancora qualche ente ritardatario: l'ultimo monitoraggio ne contava 449.

Hanno però alle calcagna l'Agenzia per l'Italia Digitale che, nonostante si ritrovi con le dimissioni della direttrice Alessandra Poggiani, promette di «dare la caccia» a quanti non in regola. La e-fattura non è il solo compito affidato all'Agid, che è a lavoro su un progetto ancora più ambizioso: c'è già un nome 'Pago Pà, un simbolo, un sistema informatico e le prime 300 amministrazioni pronte. Tutto per far sì che pagare una tassa diventi facile come comprare un qualsiasi gadget su un sito di e-commerce. La prima tappa è fissata per fine anno, ma la campagna di sensibilizzazione partirà presto.

Tempi strettissimi invece per il ddl Madia, al rush finale in commissione Affari Costituzionali al Senato, dove è atteso il voto sui capitoli più caldi, dalla riforma della dirigenza alla scure sulle camere di commercio (si va verso un loro dimezzamento) , dal riordino dei servizi pubblici locali al cosiddetto 'taglia decretì. I sindacati dei dirigenti si dicono contrari su diversi punti, con l'Unadis che dice no «ad automatismi nei licenziamenti, al doppio concorso e al mantenimento di percentuali di dirigenti chiamati dall'esterno». Il testo della delega infatti prevede che con il concorso si conquista solo un contratto a tempo determinato e dopo tre anni il 'candidato a dirigentè dovrà essere sottoposto a una secondo esame: se lo passa ottiene il posto altrimenti viene declassato a funzionario. Anche la Cgil, con la leader Susanna Camusso, si fa sentire: «quando viene detto che il 30% dei dirigenti della P.A. devono essere nominati dalla presidenza del consiglio non c'è la terzietà della P.A. di cui avremmo bisogno».

Di certo sembrano aumentare le responsabilità in capo ai dirigenti, visto che, sottolinea il relatore alla delega, Giorgio Pagliari, è già stato dato il via libera «all'obbligo di espletare e di concludere il procedimento disciplinare entro tempi certi altrimenti il dirigente sarà suscettibile di procedimento disciplinare a sua volta». In pratica il capo 'troppo buonò, che la fa passare liscia al dipendente 'fannullonè rischia di essere licenziato. D'altra parte, ricorda il premier Matteo Renzi, il filo rosso che lega le diverse riforme è semplice: niente più «scarica barile» e anche nella P.A. viene individuato «un soggetto responsabile per i ritardi o le mancate decisioni».  Tornando alla digitalizzazione, anche qui gli 'indisciplinatì non passeranno sotto silenzio: il primo aprile sarà pubblicato un nuovo monitoraggio sulle adesioni alla e-fattura, considerando che le amministrazioni chiamate allo «switch» sono, ricorda l'Agid, 12.800 (si punta a risparmiare 1,6 mld ma una addio completo alla carta ne varrebbe 6,5). Tuttavia gli occhi sono già rivolti a 'Pago Pà, «che - spiega la dirigente dell'Agid Maria Pia Giovannini - consente di mettere in collegamento il mondo della P.A. con quello bancario, permettendo al cittadino di fare il pagamento come vuole e in tempo reale. Così potranno essere pagate tasse, rate, servizi sanitari, multe con il pc, il tablet o lo smart-phone». Per accelerare l'adesione delle P.A, spiega, «si sta anche pensando a dei meccanismi sanzionatori. Pago Pa è anche al centro di Italia Login», la piattaforma che renderà concreto l'esercizio dell'identità digitale.

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