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Pil in calo in Sicilia, ma segnali positivi dall'agroalimentare

La regione risulta più specializzata dell'Italia nella filiera dell'agroalimentare, del legno, della gomma, della plastica e dei mezzi di trasporto.

PALERMO. Il Pil in Sicilia nel 2013 è stato pari a 81,4 miliardi di euro, il 23,1% dell'intero prodotto interno lordo meridionale, e in flessione del 2,7% rispetto al 2012. Le previsioni sul Pil 2014 per la Sicilia indicano un ulteriore calo di circa l'1,3%. Quello pro-capite è ancora troppo contenuto essendo pari a 16 mila e 152 euro, inferiore alla media del Mezzogiorno e molto al di sotto dell'Italia.

In crescita il settore dell'agricoltura con un +2,9%, in controtendenza rispetto al Sud e all'Italia mentre perde ancora, -9,6%, quello delle costruzioni. La produttività regionale resta superiore al Mezzogiorno anche se inferiore all'Italia.

È quanto emerge dal report del centro studi ricerche Mezzogiorno (Srm), collegato al gruppo Intesa Sanpaolo e dedicato all'economia del Mezzogiorno. Lo studio conferma come, nel complesso, la Sicilia è interessata dall'indebolimento del generale quadro congiunturale pur mantenendo, nell'ambito del Mezzogiorno, livelli significativi in termini di Pil, occupazione ed imprese con valori superiori al 20%.

Secondo il rapporto «la Sicilia ha soprattutto bisogno di ampliare i propri mercati di sbocco irrobustendo il proprio sistema di imprese e puntando maggiormente sulla componente di elevata qualità dei suoi prodotti tradizionali e sull'export puntando anche sulla forte vocazione high tech». «Sempre più, difatti, l'isola - si legge nel dossier - si conferma propensa ad un'attività nei settori innovativi ed in particolare nella filiera Energetica, Farmaceutica ed Elettronica. I suoi porti ed aeroporti potrebbero fornire, se ben integrati con il sistema produttivo e logistico, ulteriore impulso all'economia della regione».

Il numero di occupati ha continuato a diminuire (-1,3%) in tutti i settori, ad esclusione dell'industria. L'incremento del tasso di disoccupazione al 21,2%, tocca punte mai raggiunte risultando superiore sia a quello del Mezzogiorno che a quello nazionale. Nella prima parte del 2014 è proseguita la fase ciclica negativa dell'imprenditoria siciliana anche se prosegue la ristrutturazione del sistema industriale grazie all'incremento significativo delle società di capitale (+4,6% a 48.970); in base ai dati relativi al II trimestre del 2014, in Sicilia sono attive 370.727 imprese, pari al 22,1% del totale delle imprese attive nel Mezzogiorno.

Dalla fotografia sull'imprenditoria manifatturiera siciliana emerge che la regione risulta più specializzata dell'Italia nella filiera dell'agroalimentare, del legno, della gomma, della plastica e dei mezzi di trasporto. Nelle prime due filiere presenta, nonostante la crisi, anche un numero di imprese molto elevato che sfiora il 40%.

Nel prossimo biennio si prevede per l'economia della Sicilia un trend in lieve ripresa. In particolare le previsioni di Pil fanno ipotizzare un 2015 in aumento dello 0,1% mentre una crescita maggiore (0,6%) è prevista per il 2016.

L'andamento dell'export siciliano sarà fortemente condizionato dal settore energetico ed in particolare verrà influenzato dalle fluttuazioni di prezzo dell'oil, pertanto, si prevede una lieve flessione (-0,1%) nel 2015 cui seguirà una ripresa intorno al 2,5% nel 2016. È quanto emerge dal report di Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo.

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