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Crollano le vendite delle televisioni, i giovani la guardano su... internet

Inutili anche i mondiali di calcio, in passato spinta per i commercianti

ROMA. Un tempo la televisione era un oggetto quasi mistico, desiderato da tutti gli italiani. Poi il boom economico, lo sviluppo, un apparecchio in ogni casa, poi due, poi tre, poi una in ogni stanza. Fino ad oggi, fino ora. Adesso però, o per meglio dire negli ultimi quattro anni, il mercato delle tv è in discesa. In picchiata, quasi. Il crollo è certificato dai dati. Basta scorrere i numeri di Anitec, la sezione di Confindustria che si occupa di elettrodomestici.

Il 2010 è l’anno dello switch off, il passaggio al digitale: si vendono 7,2 milioni di televisori. Nel 2011 si scende a quota a 6,3 milioni. E le previsioni per il 2014 parlano di 4,6 milioni, nonostante l’effetto Mondiali di calcio. Insomma in quattro anni un crollo di 2,6 milioni di televisori su base annua. E tutto questo ha un corrispettivo in denaro: si passa dai 2,4 miliardi di spesa del 2011 all’1,6 stimato per l’anno in corso.  Nei paesi europei economicamente più forti il prezzo medio che i consumatori sono disposti a spendere per un televisore è di 500 euro. In Spagna si arriva a 400. In Italia siamo a 350 euro.

Uno dei motivi è senza alcun dubbio lo sviluppo di internet. Perchè? Semplice: ormai la televisione di guarda comodamente sul computer. In alta risoluzione e con un palinsesto personalizzato che l'utente può plasmare a sua immagine e somiglianza in qualsiasi momento della giornata. Soprattutto i giovani, che come al solito impazienti, non hanno certo tempo da perdere a guardare l'ormai statica, e un filino vecchia, canonica televisione sul divano di casa.

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