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Nuovo Isee, si parte a gennaio: tutti i nodi da sciogliere

ROMA. L’80% degli italiani che presenta il modello Isee dichiara di non avere un conto in banca. Dichiarazione  per guadagnarsi l'accesso ad alcuni servizi sociali per le categorie svantaggiate. Uno studio del dipartimento Welfare della Cgil, ripreso dal Corriere della sera,  sostiene che il 20% delle dichiarazioni non «corrisponde alle reali condizioni di ricchezza». Con il risultato che ogni anno servizi sociali per 2 miliardi vanno a chi non ne avrebbe diritto.

Nell'ottica di un maggiore controllo, è stato predisposto il nuovo Isee, annunciato per la prima volta già  nel decreto salva Italia del governo Monti, quasi tre anni fa, e che il Governo dice di far partire a gennaio 2015.

Lo zoccolo duro del nuovo strumento è quello di ridurre lo spazio dell’autocertificazione, mettendo sulla bilancia non solo il reddito vero e proprio di una famiglia, quindi lo stipendio o la pensione, ma anche il suo patrimonio, a partire dalla casa. Sotto la lente di ingrandimento dovrebbero finire anche i conti correnti, che dall’ultimo disegno di legge di Stabilità, dovrebbero essere incrociati con i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

Sull'entrata in vigore del  nuovo indicatore della situazione economica equivalente. Il primo è il regolamento del ministero del Welfare che deve fissare gli ultimi dettagli, compresi i nuovi moduli da riempire.

Il provvedimento è stato firmato pochi giorni fa, la prossima settimana dovrebbe arrivare il parere del Garante della privacy.

La seconda questione  è il ricorso presentato da 25 associazioni di disabili sul quale il 19 novembre si pronuncerà il Tar del Lazio. I punti contestati sono tanti, ma il più importante che le associazioni contestano è il considerare tra come entrate del bilancio familiare, dunque fonte di reddito, anche le «somme fiscalmente esenti». Per i disabili vuol dire che qualsiasi contributo, anche quelli per la disabilità, farebbe salire l’Isee, con conseguente perdita di posizioni in graduatoria. Se la sentenza del Tar dovesse dare ragione alle famiglie dei disabili, l'Isee dovrebbe praticamente essere rivisto, facendo slittare ancora il suo avvio.

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