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Precari degli enti locali, pressing sulla Regione

Chiedono una modifica alle norme che attualmente rendono difficilissime le stabilizzazioni: un problema che riguarda circa 18.500 mila persone nei Comuni

PALERMO. Riparte il pressing dei precari per ottenere una modifica alle norme che attualmente rendono difficilissime le stabilizzazioni: un problema che riguarda circa 18.500 mila persone nei Comuni.
Stamani un migliaio di precari e un centinaio di sindaci hanno invaso il padiglione 7 dell’Ateneo di Palermo. Ad ascoltare le loro rivendicazioni anche alcuni deputati del Parlamento siciliano, in particolare del centrodestra.
L’iniziativa è stata organizzata dal sindacato autonomo maggiormente rappresentativo, il Movimento giovani lavoratori guidato da Massimo Bontempo.
La coperta dei Comuni è corta e i circa 18.500 lavoratori dal primo gennaio rischiano di non vedersi rinnovato il contratto. La loro stabilizzazione è prevista da una norma nazionale e dalla Finanziaria regionale di gennaio. I testi prevedono la proroga triennale dei contratti e il posto fisso entro la fine del 2016, a condizione che nel frattempo i sindaci, in accordo con la Regione, abbiano messo a punto un piano triennale delle assunzioni, che passa dall'individuazione dei vuoti in pianta organica.
I Comuni, in sostanza, entro quest'anno avrebbero dovuto dimostrare di avere avviato le procedure di stabilizzazione del personale. «Tutti passaggi - spiega Bontempo - che finora hanno subito ritardi. I sindaci ci hanno detto che non hanno le risorse per garantire i piani triennali».
«I sindaci - ha spiegato Paolo Amenta, vicepresidente dell'Anci - vogliono rassicurazioni sulla continuità del contributo regionale. In caso contrario, nessun Comune è disposto ad assumere altro personale rischiando il dissesto. Anci e sindacati devono concordare una strategia da proporre alla Regione e avere garanzie finanziarie fino al 2016».
E per questo stamani nel corso dell’assemblea è stato deciso, conclude Bontempo, «che sindaci, sindacati e deputati faranno fronte comune per ottenere da Roma nella prossima Finanziaria una modifica che renda più facili le stabilizzazioni».
Parla di «rischio di una mattanza sociale» il segretario regionale della Uil, Claudio Barone: «Questi lavoratori da anni svolgono servizi essenziali per le amministrazioni. Chiediamo, quindi, al nuovo governo Crocetta di aprire subito un'unità di crisi e sollecitiamo i politici siciliani a chiedere al Governo Renzi la creazione di una cabina di regia nazionale».

Stessa richiesta arriva dalla Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil a tutti i prefetti siciliani: «Dobbiamo avviare il confronto tra Regione, Anci e sindacati per consentire l'avvio della stabilizzazione e, nelle more, prorogare i contratti fino al 31 dicembre 2016».

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