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L'Istat sui conti dell'Italia: il Pil non cresce dal 2011, adesso il Paese è in stagnazione

Il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, cioè il reddito in termini reali, nel secondo trimestre del 2014 torna a calare, scendendo dell'1,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% su base annua

ROMA. Il Pil dell'Italia non è più cresciuto in termini congiunturali sin dal secondo trimestre del 2011. E' quanto emerge dalle ultime tavole dell'Istat, ricalcolate in base ai nuovi conti nazionali (Sec2010).

Il Prodotto interno lordo infatti è negativo nel quarto trimestre del 2013 (ora a -0,1%, +0,1% la 'vecchia' stima).   Nuovo Pil, primo trimestre piatto, è stagnazione.

Il Pil nel primo trimestre 2014 è stato rivisto al rialzo dall'Istat, in base alle nuove regole sui conti nazionali, registrando una variazione nulla sul trimestre precedente (dal -0,1% della 'vecchia' stima).

L'Italia sarebbe quindi in stagnazione, considerando che il secondo trimestre è confermato a -0,2%.  Nuovo Pil, secondo trimestre -0,2%, annuo -0,3% Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e dello 0,3% su base annua.

Così l'Istat in riferimento alle nuove regole sui conti nazionali, confermando il dato congiunturale e rivedendo il tendenziale in lieve peggioramento (dal -0,2% al -0,3%).  La variazione acquisita del Pil per il 2014 è pari a -0,3%. Così l'Istat rivedendo in peggioramento la precedente stima, diffusa il 29 agosto, (-0,2%).  Sale deficit-Pil, al 3,8% in primi sei mesi  Nel secondo trimestre l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Prodotto interno lordo è stato pari all'1,1%, superiore di 0,4 punti su base annua (era allo 0,7%). Lo rileva l'Istat, aggiungendo che nei primi due trimestri 2014 il rapporto deficit-Pil è stato del 3,8%, con un peggioramento di 0,3 punti (era al 3,5%).

 Pressione fiscale primo semestre cala al 40,7%. La pressione fiscale nei primi sei mesi dell'anno è stata pari al 40,7%, in calo di 0,5 punti percentuali su base annua (era al 41,2%). Lo rileva l'Istat, che però registra un aumento di 0,1 punti guardando solo al secondo trimestre, con la pressione al 43,2%.  Potere acquisto famiglie torna in calo, -1,5%

Il potere di acquisto delle famiglie consumatrici, cioè il reddito in termini reali, nel secondo trimestre del 2014 torna a calare, scendendo dell'1,4% rispetto al trimestre precedente e dell'1,5% su base annua. Il dato del primo semestre vede così il potere d'acquisto fermo, con una crescita zero.  Spesa famiglie accelera, +0,8% in un anno  La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, nel secondo trimestre del 2014 è aumentata dello 0,2% nei confronti del trimestre precedente e dello 0,8% su base annua. Anche nel primo trimestre il dato era positivo, ma ora la crescita accelera e si fa più decisa, portando il primo semestre a +0,5%.  Giù quota profitto imprese,più bassa da 15 anni - La quota di profitto delle società non finanziarie nel secondo trimestre è diminuita al 40,0%. Lo rileva l'Istat, spiegando che si tratta del valore più basso almeno da 15 anni, ovvero dal 1999, data d'inizio delle serie storiche trimestrali. Anche il tasso d'investimento è al minimo storico, fermandosi al 20,4%.  Propensione risparmio scende in secondo trimestre  La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, misurata al netto della stagionalità, è stata pari all'8,3% nel secondo trimestre del 2014, in diminuzione di 1,4 punti rispetto al trimestre precedente e di 1,8 punti su base annua.

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