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Arrivano gli 80 euro in busta paga

ROMA.  Il 27 del mese arriva la busta paga e quindi anche gli 80 euro di sconto Irpef previsti dal Governo. In realtà moltissimi l'hanno già ricevuta. Tipo gli 800.000 dipendenti pubblici pagati direttamente dal Mef che hanno visto il 'cedolinò on line già lo scorso 23 maggio. E per la verità anche molti dipendenti privati non necessariamente sono pagati nel giorno canonico del 27. Ma la data è simbolica. Ed era stata indicata dallo stesso Matteo Renzi il giorno del Cdm dell'annuncio del bonus. Così, tra testimonianze di chi li ha ricevuti o racconti (sui social) di chi dice di non averli trovati, sarebbero circa 12,2 milioni gli italiani interessati al primo bonus in arrivo a maggio. Il bonus pieno riguarderà chi ha un reddito tra gli 8.000 e i 24.000 euro maturato negli interi 12 mesi. Una parte arriverà anche a 1,1 milioni di 'incapientì, ad esempio un professionista che per una collaborazione guadagna 7.900 euro nel corso di tutto l'anno.

Insomma, gli 80 euro «non mi cambiano la vita - dice ad esempio un dipendente di una Usl - ma con il mio stipendio da operatore socio sanitario tocco finalmente i 1.300 euro al mese e metà della benzina che mi occorre per andare al lavoro così la porto a casa».    Ma intanto la platea dei beneficiari potrebbe allargarsi. In Senato infatti è depositata da giorni una proposta per allargare lo 'scontò anche alle famiglie con reddito oltre i 26.000 euro ma che siano monoreddito e con almeno tre figli. E il Governo - spiega il viceministro all'Economia, Enrico Morando - sta valutando. Anche perchè l'ipotesi, avanzata da Ncd, non avrebbe un costo proibitivo: tra i 40 e i 50 milioni. Poi, come è già noto, il governo punta a stabilizzare e ad allargare la misura l'anno prossimo includendo nel taglio anche i pensionati e gli incapienti. E resta sempre la richiesta che il taglio riguardi anche gli autonomi (le partite Iva).   
Intanto il decreto Irpef che contiene il bonus è in lavorazione: le commissioni Bilancio e Finanze di palazzo Madama hanno iniziato la spunta e l'esame degli emendamenti. Anche se gli argomenti più delicati (il bonus appunto) saranno lasciati alla fine per consentire anche una più puntuale quantificazione. E tra gli argomenti che potrebbero essere accolti nel testo anche lo slittamento della Tasi per i Comuni che non hanno ancora deliberato l'aliquota. Il governo - spiega Morando - farebbe «prestissimo» un decreto ad hoc. Il testo poi, trasformato in emendamento potrebbe arrivare nel decreto Irpef. Il provvedimento dovrà infatti viaggiare veloce. Le modifiche arriverebbero solo in Senato. Poi alla Camera sono interventi «chirurgici». La conversione infatti va fatta entro il 23 giugno (il 3 giugno è atteso in aula al Senato).
Tra le altre modifiche sulle quali si ragiona : l'esclusione della Rai dal taglio alle spese delle partecipate (articolo 21) mentre resta il taglio di 150 milioni. Si è discusso anche dell'ipotesi di ritirare l'emendamento a firma del presidente della commissione Finanze Mauro Maria Marino (Pd) che escludeva dall'aumento al 26% le tasse su conti correnti e depositi fino a 25.000 euro. E dovrebbe saltare anche l'emendamento proposto da Fi sulla web tax. Si discute anche del taglio (5%) dei contratti per l'acquisto di beni e servizi delle Pa. Il taglio - avrebbe chiarito il governo - non sarebbe automatico ma potrebbe esser reso più 'flessibile”. 

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