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Evasione, per il fisco l'Italia è divisa in otto: Roma e Milano "a rischio totale"

ROMA. L'Italia e' divisa in otto. Almeno per il fisco. E non solo per l'approccio con le tasse, ma anche per comportamenti che sono legati al contesto sociale ed economico, alla criminalità e al tenore di vita. Ci sono aree a ''Pericolo Totale'' dove il rischio fiscale si somma a quello sociale e allo scarso tenore dell'economia e zone a forte concentrazione demografica, come Roma e Milano, dove il 'tax gap', la differenza imposte che si dovrebbero versare e importi versati, richiede una forte attenzione del fisco. Ma anche province dove ''Stanno tutti bene''.
Lo spaccato di un Paese frammentato ma reale, senza le scorciatoie dei luoghi comuni, e' quello tracciato - nomi di fantasia compresi - dalla mappatura che l'Agenzia delle Entrate ha stilato di tutte le province italiane. Con l'obiettivo principale di migliorare l'efficienza dei propri uffici, che poi, alla fin fine, svolgono due compiti: assistenza ai contribuenti e repressione dell'evasione.
L'Italia-arlecchino che esce dallo studio effettuato dagli esperti fiscali, che il numero uno dell'Agenzia Attilio Befera ha consegnato in Parlamento, attribuisce nomi suggestivi agli otto gruppi di province. L'analisi è però serissima, basata su dati ufficiali e ben 245 variabili. Ne emergono 8 gruppi di province che possono essere considerati omogenei per tipologia. Da ''Pericolo Totale'' a ''Stanno tutti bene'', la scala tonale della nuova geografia fiscale ha tantissime sfumature: passa per le aree a basso sviluppo ed alta evasione (''Niente da dichiarare?'' è il nome del gruppo) a quelle con molte attività manifatturiere (''L'industriale''), dalle province ''Equilibriste'' alle due aree metropolitane di Roma e Milano (''Metropolis''), per
esaminare anche i due gruppi ''Rischiose abitudini'' e ''Non siamo angeli'', quest' ultima con un tasso di pericolosità fiscale intermedia, ma non certo ottimale.
Lo studio non conta i residenti, ma basta sovrapporre una mappa ai dati dell'Istat per scoprire che ci sono 11,2 milioni di residenti che abitano nelle province ''Rischio Totale'', dove l'alta pericolosità fiscale e sociale si sposa con un bassissimo tenore di vita. Subito dopo ci sono 9,4 milioni di cittadini di altri due gruppi: i ''Metropolis'', con i 7,1 milioni di residenti delle province di Roma e Milano e i ''Niente da dichiarare?'' delle aree più povere del Paese ma entrambi
inseriti ad un livello 'quattro', in una classifica che varia da 1 a 5. Tutti e due hanno quindi un rischio di evasione medio alto, anche se profondamente divisi dal tenore di vita e dalla pericolosità sociale, più alta nelle due grandi città.
Sono queste tre le aree che pesano di più nei 90 miliardi di ''tax gap'', nel quale viene misurata non solo l'evasione vera epropria ma anche una quota di errori (inevitabile con un fisco così complicato) e l'impossibilità a pagare dovuta dalla mancanza di liquidità provocata dalla crisi.

Ma c'e' anche l'altra faccia della medaglia. Ci sono 23,3 milioni di cittadini che abitano in province che il fisco considera tranquille: sono il gruppo ''Industriale'' e ''Stanno tutti bene'', nelle quali la pericolosità fiscale e' bassissima così come il rischio sociale: in ordine alfabetico spaziano da Aosta a Udine ma riguardano province del centro nord spesso lontane dai grandi centri. Tra di loro, per uno scherzo del destino, anche Siena dove la Guardia di Finanza ha sequestrato per problemi fiscali la villa a Gianna Nannini.
L'analisi della Guardia di Finanza ha però proprio questo pregio. Non analizza il singolo caso e privilegia un approccio macro che gli consente di entrare nelle diverse realtà economiche italiane, indagando su sette diversi filoni: 1) Dimensioni e popolosità del bacino, 2) pericolosità fiscale, 3) pericolosità sociale, 4) tenore di vita, 5) struttura produttiva, 6) l'accesso a servizi tecnologici, 7) presenza di infrastrutture. Con un effetto boomerang per gli uomini del fisco. Già perche' - e' scritto nello studio - nella valutazione dell'efficienza delle ''direzioni provinciali
dell'Agenzia ''una Direzione provinciale può essere leader nella propria regione ma risultare poco efficiente nell'ambito del 'cluster' (gruppo) di appartenenza''.

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