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Vertenza Grande Migliore, sale la tensione

La riunione del Comitato di sorveglianza si è chiusa con un nulla di fatto. Sale la protesta dei sindacati. Sul tavolo la proposta di affitto per il solo pianterreno

PALERMO. Colpo di scena sulla vertenza Grande Migliore. Ieri, la riunione del Comitato di sorveglianza della Migliore spa si è chiusa con un rinvio di una settimana. Appresa la notizia, la Fisascat Cisl ha riunito subito la dirigenza sindacale: «Quello che sta accadendo non ci piace», hanno commentato a caldo. L'organismo di sorveglianza doveva prendere una decisione se accettare o meno la proposta di affitto di ramo d'azienda rilanciata dagli imprenditori palermitani Bellavia per il solo pianterreno dell'immobile di viale Regione Siciliana. Una manifestazione d'interesse risultata anomala rispetto al secondo invito per la cessione dei beni della Migliore spa, che prevedeva invece la cessione dell'intero immobile. Per questo motivo, l'amministrazione straordinaria aveva previsto una serie di accertamenti tecnici, per valutare le ricadute di un'eventuale scorporo.



La decisione però non è arrivata, nemmeno dopo aver esaminato le perizie tecniche. Se ne riparlerà il prossimo 11 febbraio. Nel frattempo dovrà decidere se e come fare uscire il nuovo avviso pubblico, tenendo conto della cessione del solo piano terra. Difficile disegnare uno scenario certo. Se il Comitato deciderà di non accettare la proposta di affitto di un solo piano, la procedura rischia di non chiudersi positivamente e i lavoratori, alla scadenza della cassa integrazione, prevista per 7 marzo, andranno in mobilità. Senza avviso non ci potrà essere la proroga della procedura straordinaria e nemmeno della cassa integrazione. L'immobile potrà essere venduto comunque, non per proseguire l'attività, e chi lo comprerà non avrà nessun obbligo di riassorbire i dipendenti della ex Migliore. Molto più auspicabile sembra essere la soluzione che porta verso il via libera alla pubblicazione di un nuovo avviso per l'affitto di un solo piano, magari con una nuova richiesta economica, che prevede anche l'immediato inserimento di almeno 61 lavoratori del bacino Migliore e il ritorno graduale a lavoro di un centinaio di dipendenti in cassa integrazione. L'ultima parola spetterà al ministero dello Sviluppo Economico, a cui i sindacati hanno chiesto garanzie. Ma questo ritardo di una settimana ha generato panico tra i dipendenti, che dal 7 gennaio sono in assemblea permanente all'interno del Grande Migliore. «Non molleremo fino a quando non vedremo le lettere di assunzione - dicono i lavoratori dentro lo store - Al momento siamo estremamente insoddisfatti di come sta andando la vertenza». Sono organizzati e tenaci; ricevono la solidarietà dei passanti, l'acqua dal vicino Conad. Discutono del futuro, che gli appare sempre più nero; aspettano novità positive.



«Devono decidere in fretta se vogliono cedere il ramo d'azienda - dicono il segretario regionale della Fisascat, Mimma Calabrò, e il coordinatore della Fisascat di Palermo, Roberto Ferrara -. Siamo stati al ministero per chiedere un'accelerazione della procedura e ci ritroviamo con un rallentamento. Chiederemo al sindaco Leoluca Orlando e al Mise di intervenire». Per Marianna Flauto, segretario generale Uiltucs Sicilia, «È necessario capire i reali motivi del rinvio della decisione ed evitare che il ritardo comporti ancora disagi per i lavoratori». «Di vertenza che si complica» parla la segretaria della Filcams Cgil, Monja Caiolo. «Così non si dà seguito a ciò che era stato deciso al ministero».

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