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Formazione, Montante: "Sì alla riforma, ma senza caccia alle streghe"

Lo ha dichiarato il presidente di Confindustria Sicilia nella giornata di presentazione del progetto Faro. L'assessore Scilabra: "La riforma resta l'obiettivo della Regione"

PALERMO. La formazione professionale in Italia è costata fino ad oggi 14 miliardi e 616 milioni di euro : nonostante questo, il nostro Paese nel 2020 avrà il peso più alto in Europa di lavoratori con bassi livelli di qualificazione – il 37,1 del totale contro la media Ue del 19,5%- e registrerà una fortissima carenza di lavori altamente qualificati ( il 17,5% contro la media UE del 32%). I dati raccolti sono chiari: la formazione professionale va dunque ripensata  e questo vale ancor di più in Sicilia dove annualmente si svolgono circa 4.500 corsi per un totale di iscritti che supera la 55mila unità.  E questo “reset” del sistema formativo avverrà certamente con o senza gli altri attori, enti e sindacati, anche se un percorso condiviso è quello che la Regione Siciliana auspica. Lo ha detto senza mezzi termini l’assessore regionale alla formazione Nelli Scilabra che ha partecipato stamane, nella sede di Confindustria Sicilia, alla presentazione del progetto F.A.R.O., realizzato dal Raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Logos che ha vinto l’appalto della Regione per la creazione di un modello di Osservatorio Regionale della Formazione.
E l’assessore Scilabra si è detta sorpresa, oggi, che all’Osservatorio,  che ha definito “strumento fondamentale per conciliare offerta e domanda formativa”,  non si fosse  lavorato in passato: “Su che quali basi- si è chiesta- si è costruito, allora,  il sistema esistente? Un sistema- ha sottolineato l’assessore Scilabra- che non va demonizzato ma che va profondamente riformato, tenendo conto delle esigenze  di salvaguardia dei lavoratori ma anche delle esigenze imprese e, soprattutto, del diritto alla formazione dei giovani che non devono essere più costretti a lasciare la Sicilia per trovare lavoro. La formazione come la conosciamo non deve più esistere e va cambiata. E’ questo l’obiettivo del governo della Regione”.
L’Osservatorio della formazione, presentato oggi,  costituisce uno strumento indispensabile di raccolta e lettura dei dati e consentirà una loro analisi che renda maggiormente compatibile ed armoniosa domanda di qualificazione ed offerta formativa. Insomma, la formazione professionale dovrà consentire di creare figure richieste dal mercato del lavoro cessando di essere un ammortizzatore sociale per trasformarsi in uno strumento efficace di politiche attive del lavoro. Una richiesta che viene anche dal mondo imprenditoriale: Giovanni Catalano, direttore di Confindustria Sicilia- partner di Logos attraverso SFC- lo ha detto a chiare lettere auspicando anche che si lavori per ridisegnare un percorso di crescita imprenditoriale che aggiunga all’impegno per l’agricoltura ed il turismo anche quello per le imprese manifatturiere siciliane, in fortissima crisi produttiva.
Il progetto F.A.R.O. consentirà alla Regione Siciliana di gestire tutti i dati raccolti e di aggiornarli riorganizzazione la formazione professionale, tanto quella destinata agli occupati quanto quella riservata ai disoccupati, e questo anche attraverso un aggiornamento costante dei dati raccolti che costituiranno la base di confronto per la realizzazione dei percorsi formativi. “Un progetto- ha detto il presidente di logos Rosario Alescio- nato due anni fa con un appalto pubblico e costato mesi e mesi di raccolta e lettura dei dati. Da questo si deve partire per una innovazione profonda che salvi il meglio della formazione professionale e consenta una ristrutturazione del sistema finalizzata a far crescere la base produttiva dando maggiore qualificazione ai lavoratori e offrendo un futuro migliore alle nuove generazioni”.
Anche per il presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante, che parteciperà ai lavori pomeridiani dell’incontro, la ceazione dell’Osservatorio è fondamentale per il mondo imprenditoriale: “Ritengo che l’obiettivo del progetto “FARO” sia molto importante- ha detto- in quanto permetterà di mettere a disposizione dell’Amministrazione regionale uno strumento indispensabile per orientare l’offerta formativa in direzione dei fabbisogni formativi del sistema produttivo, partendo da un quadro conoscitivo che oggi mi pare sia molto confuso e che ha bisogno di essere governato con regole e strumenti che possano permettere alla Regione di impiegare bene le risorse destinate a questo settore”.  “Non v’è alcun dubbio, infatti, senza ricorrere alla caccia alle streghe, - continua Montante - che questo settore necessita di una seria riforma a garanzia degli stessi soggetti che operano correttamente e fanno bene il loro lavoro”. 

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