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Carini, fallisce l’azienda degli Helg

Fino al 2010 l’azienda aveva un capitale sociale di oltre due milioni di euro. Ma la crisi incalza, e l'azienda deve fare i conti con le mancate vendite all'ingrosso

PALERMO. La crisi economica inghiotte un altro marchio storico del commercio palermitano: fallisce la ditta Helg. Quarant'anni di attività nel settore tavola, argenterie, cristallerie e arredamento per interni ed esterni si sono scontrati con un mercato asfittico che ha dovuto fare i conti con il calo dei consumi e, soprattutto, con i mancati pagamenti dei clienti, anch'essi in crisi. Un circolo vizioso che ha creato una notevole sofferenza per la ditta di Carini, finita nel momento in cui i soci hanno deciso di chiudere e dichiarare fallimento.
Un colpo anche per i circa quindici dipendenti, in parte finiti in cassa integrazione che, chi più chi meno, devono ricevere diverse mensilità arretrate. Adesso il curatore fallimentare nominato dal Tribunale di Palermo, Antonella Martelli, dovrà rimettere le cose a posto per garantire fornitori e dipendenti.
Fino al 2010 la Helg spa aveva un capitale sociale di oltre due milioni di euro. Ma la crisi incalza, e l'azienda deve fare i conti con le mancate vendite all'ingrosso: «Tre milioni di crediti incagliati da forniture fatte ad aziende italiane ed estere», dice Roberto Helg, socio con il fratello Fulvio.
Milioni che non entrano nelle casse aziendali e che ben presto si trasformano in debiti con le banche per mancanza di liquidità.
Il carico che arriva in Tunisia è il più sfortunato, perché sbarca in piena «primavera araba», quando il paese era nel caos.
Il 2011 è devastante per l'azienda. «Le banche, con le quali trattiamo, non ci hanno concesso più fidi e per noi è stato difficile fare il riassortimento della merce - continua Helg -. decidiamo comunque di coprire le perdite del 2010 con un innesto di un milione di euro». Nel frattempo, senza più capitale sociale, la Helg spa si trasforma in Gearr srl (gestione arredamenti) con un capitale sociale di 50mila euro, la società che subisce il fallimento. I soci sono sempre i fratelli Helg. Le cose però non vanno meglio per l'azienda storica, manca la ripresa, e negli ultimi due anni accumula perdite e va avanti a forza di accordi con le banche per la ristrutturazione del debito. «Una situazione insostenibile - afferma Helg - che ci ha convinto a consegnare i libri contabili in tribunale per evitare ulteriori perdite e per garantire i lavoratori. Nei 22 mesi in cui l'attività è stata ferma - precisa il presidente - banche e fornitori, pur non essendo stati pagati, non hanno inoltrato istanze di fallimento nei confronti dell'azienda». I creditori sono stati tutti convocati il prossimo 22 marzo. Il futuro di Roberto Helg lo vede sempre ai vertici di Confcommercio e Camera di Commercio: «Continuerò sempre con maggiore intensità il mio lavoro nei ruoli istituzionali che ricopro», dice il presidente.

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