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Crisi, anche Pezzino verso la chiusura: mobilità per 44 dipendenti

L'azienda, considerata una media industria leader del settore grafica, dal 1996 è frutto di una fusione tra Arti Grafiche Salvatore Pezzino & Figli e Arti Grafiche Siciliane spa, attive a Palermo già dagli inizi del '900

PALERMO. Procedura di mobilità per tutti i 44 lavoratori delle Officine Grafiche riunite Cosentino-Pezzino. L'azienda, considerata una media industria leader del settore grafica, dal 1996 è frutto di una fusione tra Arti Grafiche Salvatore Pezzino & Figli e Arti Grafiche Siciliane spa, attive a Palermo già dagli inizi del '900. La crisi, avvertita dall'azienda dal 2008, abbatte così un'altra impresa storica che, inesorabilmente, si avvia verso la chiusura dell'attività.



Il prossimo 19 aprile, presso l'ufficio provinciale del Lavoro, si terrà l'esame congiunto tra sindacati e azienda per l'apertura della procedura di licenziamento collettivo. Alla base ci sono i problemi a mantenere una struttura (4 mila metri quadrati dove si realizzano tutte le lavorazioni, dalla prestampa all'allestimento più elaborato) che, seppur all'avanguardia (la società ha investito su nuovi macchinari), paga la mancanza di lavoro e la concorrenza spietata. Ma c'è anche un fattore che sta determinando la crisi delle imprese: i clienti, spesso e volentieri, non pagano, facendo saltare i piani finanziari di chi fa impresa. «Siamo ancora un'azienda sana - dice Salvatore Pezzino - che ha sempre pagato regolarmente gli stipendi dei lavoratori, ma da diversi anni il fatturato va sempre indietro, colpa della concorrenza sleale. Ecco perché abbiamo deciso di aprire alla mobilità».
La storia dello stabilimento si fermerà al 2012, ma l'azienda, per dare una continuità a quanto fatto in questi cento anni, sta cercando di trovare una nuova strada per lanciare almeno la metà dei lavoratori. «Stiamo spingendo una parte dei dipendenti a creare una cooperativa - dice Pezzino -. Noi siamo disposti a mettere sul piatto lo stabilimento, la nostra esperienza, il nostro aiuto».



Ma Pezzino non è l'ultimo caso. Sempre ad aprile sono state aperte altre due procedure di licenziamento. Una riguarda la Essedi in via R.L. 28 (insegna del gruppo Cdc di Pontedera - vendita computer), dove le porte della mobilità si spalancheranno per due lavoratori su sei in organico. Licenziamento anche per sei lavoratori della Cot, dopo che l'azienda esaurirà alla fine del mese l'appalto per il servizio di ristorazione pasti degenti per conto della casa di cura Villa Serena. Insomma, un gran lavoro per i sindacati, che dovranno contenere l'emorragia di personale dalle aziende in crisi, avendo come arma soltanto gli ammortizzatori sociali.



«Quest'anno si sta rivelando come il peggiore di tutti i tempi in fatto di licenziamenti - dice Marianna Flauto, segretario regionale del settore commercio per la Uiltucs -. Chiediamo alla Regione di intervenire per risollevare le sorti della città. E bisogna fare presto, prima che l'economia locale collassi definitivamente».
Le vicende che riguardano grosse aziende come Migliore, Coop 25 aprile e Li Vorsi, stanno mettendo a dura prova i sindacati. Ormai si parla di macro numeri: 600 lavoratori sono sulla graticola. «I consumi sono calati a vista d'occhio - conclude Flauto - e non c'è sicurezza del posto di lavoro. La cassa integrazione non può essere l'unica soluzione».

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