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Conticello: il pizzo anche a Roma

Il proprietario dell’Antica Focaccecria San Frncesco che ha aperto filiali oltre lo Stretto. “Nella Capitale ho trovato lo stesso problema della Sicilia. La mafia non è solo da noi”

ROMA. "Non me lo aspettavo davvero che mi avrebbero chiesto il pizzo pure a Roma". Sorride amaramente l'imprenditore Vincenzo Conticello, proprietario dello storico locale 'Antica Focacceria San Francesco', che nel 2006 a Palermo denunciò i suoi estorsori portandoli in tribunale e riconoscendoli uno ad uno. La corte d'appello di Palermo condannò nel 2010 tre boss palermitani complessivamente a 35 anni di reclusione per estorsione aggravata. Oggi Conticello vive sotto scorta: è un leader della lotta all'estorsione, ha aperto filiali a Milano e Roma. Ma nella capitale si è ritrovato lo stesso problema che in Sicilia aveva combattuto.     
"Stavo cercando un locale in affitto nel centro storico di Roma - racconta - di licenza ancora non sapevo nulla, prima volevo vedere dove avrei aperto il locale (che oggi è a piazza della Torretta, ndr). Sono stato avvicinato da alcuni giovani tra i 30 e i 40 anni. Non si sono presentati come vigili urbani, facevano parte del mondo dell'intermediazione immobiliare e mi hanno chiesto: 'ma lei ce l'ha la licenza?' Io ho risposto che l'avrei chiesta solo dopo aver trovato il locale". "Loro allora mi hanno detto che nel centro storico le licenze sono a numero chiuso, che sarebbe stato difficile aprire, ma che, tramite un loro amico si sarebbe potuto fare qualcosa - continua Conticello - Insomma mi hanno detto che avrei potuto ottenere tramite altri amici loro, altre autorizzazioni. Bastava versare 130-150mila euro. Senza fattura, ovvio. Solo il 15-20% sarebbe stato versato tramite assegni. Ma io venivo da Palermo, a quel punto ho capito e ho risposto con un 'no' secco. Erano probabilmente l'ultimo anello di una catena. Raccontai tutto al presidente del Municipio che rimase scioccato".     
Conticello racconta di aver avuto problemi solo nel centro di Roma "non a Milano, all'Eur o a Fiumicino: questo forse perché in centro la licenza di esercizio invece di esser data per merito o punteggio è a numero chiuso e bisogna seguire una graduatoria. Ecco perché sono a favore delle liberalizzazioni". L'imprenditore-coraggio, uno dei primi a denunciare l'estorsione all'indomani della morte di Libero Grassi, ci ha messo ben due anni e mezzo per aprire la sua focacceria al centro di Roma: "Questa faccenda mi ha fatto riflettere in maniera amara: il mio estorsore in Sicilia voleva 6.000 euro all'anno, a Roma me ne hanno chiesti 100.000 tutti in anticipo. Sono più organizzati a Roma, più raffinati perché - dice ironizzando - a Palermo il mafioso si prende il 'rischio commerciale' perché se fallisci non prende più nulla".     
Di qui un consiglio ai romani: "La mafia non è solo al sud, mafia è ogni atteggiamento che tende a prendere il posto dello Stato o a fare attività illegali imponendo una forma diretta o indiretta di intimidazione. Oggi magari non ti fanno più saltare in aria un'azienda, ma la fanno fallire".  

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