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Il ritorno di Varvaro in Sicilia: Settesoli la sua nuova sfida

Dopo 30 anni nella compagnia americana Procter&Gamble è ora al timone della cantina più grande d'Italia. Prende il posto di Diego Planeta

MILANO. Dopo trent'anni in una grande compagnia americana come Procter&Gamble, è tornato in Sicilia. Dall'inizio dell'anno Vito Varvaro è presidente della Cantina Sottesoli: la più grande in Italia. Una delle principali in Europa. Prende il posto di Diego Planeta, che fin dal giorno della fondazione, quarant'anni fa, ne è stato l'animatore.

PERCHÉ TORNARE IN SICILIA?
«Una scelta di cuore: chi nasce in Sicilia non si stacca mai veramente. Alla telefonata di mio padre e di Diego Planeta: “Serve che tu aiuti la comunità dei 2100 soci Sottesoli”, come si fa a tirarsi indietro?»

DA UNA MULTINAZIONALE USA AD UNA CANTINA SOCIALE SICILIANA: UN BEL CAMBIAMENTO.

«Dopo Procter Gamble (dove ho capito come organizzarsi per vincere nel mondo) ho deciso di lavorare in aziende italiane per contribuire all'affermazione del made in Italy: Bulgari, B&B mobili, Unopiù. Poi Bialetti, Tods, Marcolin, Piaggio. Ora metto con entusiasmo l'esperienza a disposizione della terra da dove sono partito e della più grande cantina siciliana».

PRIMO IMPATTO CON LA NUOVA REALTÀ?
«Diego Planeta ha fatto un miracolo: ha messo assieme 2100 soci in cooperativa ma con lo spirito della public company. Ha lavorato per il successo di lungo termine e non per il contributo pubblico assistenziale. Ha coniugato lo sviluppo della cantina con quello del territori. Quando ho fatto il giro dei 6000 ettari di vigneto sono rimasto colpito dalla realtà Settesoli e dell'ambiente che la circonda».

PROGRAMMI?
«Quattro grandi sfide. La prima tocca la redditività del vigneto, ancora bassa, anche se in crescita. La seconda punta alla qualità e l'innovazione tenendo alta la immagine del vino siciliano. Qui serve lavoro di squadra sia di aziende che di associazioni ed enti pubblici».

LE ALTRE?
«La terza è la più difficile perché si tratta di conquistare i mercati mondiali. Serve immagine della Sicilia e qualità. Strategie commerciali, marketing e organizzazione. Oggi Settesoli vende più di 20 milioni di bottiglie in 40 Paesi. Dedicherò molto tempo alla commercializzazione e al marketing».

INFINE…
«La quarta sfida riguarda l'organizzazione. Settesoli ha un ottimo team ma in una ottica di sviluppo dobbiamo cominciare a lavorare alle nuove generazioni. Si vince con la prima squadra ma anche con panchine ricche di promesse».

SETTESOLI ORMAI È UNA DELLE PRINCIPALI AZIENDE SICILIANE. UN ONORE MA ANCHE UNA RESPONSABILITÀ.
«Una azienda di successo può generare molti effetti positivi. Primo distribuire reddito sul territorio favorendo la nascita di nuove iniziative. Secondo essere modello per altre iniziative (anche non agricole). Poi la Settesoli può guidare lo sviluppo di turismo enogastronomico di livello medio alto e la crescita di strutture turistiche di qualità. Infine, una azienda che opera nel mondo porta cultura in senso lato al territorio ed influenza la crescita delle classi dirigenti e dei giovani. Sta avvenendo e.spero di poter fare la mia parte per accelerare questo sviluppo virtuoso».

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