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Cantieri navali, in 59 in mobilità a Trapani

Protestano i lavoratori contro il possibile licenziamento. Da tre settimane occupata la nave "Marettimo"

TRAPANI. In mobilità i 59 lavoratori dei cantieri navali di Trapani che, per protestare contro il ventilato licenziamento in massa, da tre settimane occupano la nave "Marettimo" ferma nel cantiere per lavori di manutenzione. Le lettere da parte dei vertici aziendali sono già state inviate a tutti i dipendenti.
Gli operai occupano la nave che hanno costruito con le loro mani in 5 anni, per scongiurare di essere licenziati. Ma, ugualmente, il titolare della società, Giuseppe D'Angelo, ha già inviato a tutti una lettera per l'avvio della mobilità, l'anticamera del licenziamento. I margini per una soluzione sono quasi nulli: finora non hanno sortito alcun risultato concreto neppure i vertici tenutisi in prefettura. D'Angelo motiva la scelta con la crisi internazionale del settore, ma i lavoratori non credono a questa versione. La situazione è pesante: i lavoratori dei Cantieri sono a ferri corti pure con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, che li accusano di aver fatto il gioco dell'imprenditore. Accusa respinta con forza. Per scuotere e svegliare le coscienze dei trapanesi, per spezzare il "silenzio - come sottolineano i lavoratori - assordante delle istituzioni", da più di venti giorni, ogni sera, gli operai che occupano la nave, suonano i tamburi: la lotta per la salvaguardia dei posti di lavoro, a Trapani, infatti, avviene a colpi di tamburo e il rumore fa sentire gli operai meno soli.
Su quella nave senza acqua e senza luce in attesa di un segnale che finora, però, non è arrivato. La protesta intanto continua. Va avanti anche con il presidio permanente davanti all'ingresso del bacino, i sit-in e i cortei di mogli e figli. La società ha promesso, ma solo a parole, l'assunzione presso la "Satin", altra ditta di D'Angelo che detiene la maggioranaza dei Cantieri.

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