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Corte dei conti: cresce il debito della Regione,bene i tagli alla politica

Relazione della magistratura contabile illustrata oggi in commissione Bilancio all'Ars, in vista della manovra economica regionale

PALERMO. "L'onere del debito regionale subirà, nell'arco del triennio 2011/2013, un incremento di oltre il 41% rispetto al 2010: la situazione debitoria della Regione, in termini di stock, passa infatti da 4 miliardi e 684 milioni del 2010, ai 5 miliardi e 638 milioni del 2011, ai 6 miliardi e 125 milioni per il 2012, per finire alla previsione di 6 miliardi e 606 milioni per il 2013". E' uno dei passaggi della relazione che Rita Arrigoni, presidente delle sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, ha illustrato oggi in commissione Bilancio all'Ars, in vista della manovra economica regionale.
I magistrati contabili puntano il dito contro una serie di criticità individuate nel bilancio, in particolare rispetto ad alcune previsioni di maggiori entrate per le casse regionali: perplessità vengono espresse, ad esempio, rispetto ai 120 milioni che dovrebbero arrivare dal processo di dismissione di quote di partecipazione in società ed enti. E ancora rispetto ai 750 milioni attesi in tre anni dalla valorizzazione del patrimonio immobiliare e dalla vendita dei beni dello Iacp ("a riguardo - si legge nella relazione - la Corte sollecita maggiori dettagli informativi, anche procedurali, in considerazione del fatto che analoghe manovre in esercizi precedenti non sempre hanno ottenuto risultati attesi").
Intanto la Corte dei conti considera giusti i movimenti del governo regionale per la riduzione dei costi della politica: "La Corte dei Conti prende atto che il governo regionale, nella consapevolezza della gravità del momento a causa della situazione economico-finanziaria del Paese che impone anche alla Regione siciliana notevoli sacrifici in termini di riduzione della spesa, ha inteso anticipare attraverso l'emanazione di un apposito atto di indirizzo della giunta, alcune azioni per il contenimento dei cosiddetti costi della politica".
La Corte dei conti esprime infine dubbi sulla copertura della quota di compartecipazione della Regione al fondo sanitario.

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