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Fiat da gennaio fuori da Confindustria

L’annuncio di Marchionne in una lettera a Emma Marcegaglia. In borsa tonfo in apertura

TORINO. Fiat Sopa e Fiat industrial usciranno da Confindustria dal 1 gennaio 2012. Lo ha comunicato Sergio Marchionne in una lettera a Emma Marcegaglia. Ma dopo l'annuncio Fiat cede il 4% e Fiat Industrial il 3,27% nell'avvio di Borsa.
Le lettere inviate dall'amministratore delegato a Marcegaglia sono due, identiche, una per Fiat e l'altra per Industrial. "Cara Emma -. scrive Marchionne - negli ultimi mesi, dopo anni di immobilismo, nel nostro Paese sono state prese due importanti decisioni con l'obiettivo di creare le condizioni per il rilancio del sistema economico. Mi riferisco all'accordo interconfederale del 28 giugno, di cui Confindustria è stata promotrice, ma soprattutto all'approvazione da parte del Parlamento dell'Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all'estensione della validità dell'accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno". "La Fiat - prosegue Marchionne - fin dal primo momento ha dichiarato a Governo, Confindustria e organizzazioni sindacali il pieno apprezzamento per i due provvedimenti che avrebbero  risolto molti punti nodali nei rapporti sindacali garantendo le certezze necessarie per lo sviluppo economico del nostro Paese. Questo nuovo quadro di riferimento, in un momento di particolare difficoltà dell'economia mondiale, avrebbe  permesso a tutte le imprese italiane di affrontare la competizione internazionale in condizioni meno sfavorevoli rispetto a quelle dei concorrenti. Ma con la firma dell'accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con  prese di  posizione contraddittorie e addirittura  con dichiarazioni  di volontà di  evitare l'applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative  sull'efficacia dell'Articolo 8. Si rischia quindi di  snaturare l'impianto previsto  dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale".
Marchionne ricorda che "Fiat è impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 paesi" e "non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato". "Per queste ragioni - spiega Marchionne - che non sono politiche e che non hanno nessun collegamento con i nostri futuri piani di investimento, ti confermo che, come preannunciato nella lettera del 30 giugno scorso, Fiat e Fiat Industrial hanno deciso di uscire da Confindustria con effetto dal 1 gennaio 2012. Stiamo valutando  la possibilità di collaborare, in forme da  concordare, con alcune organizzazioni territoriali di Confindustria e in particolare con l'Unione Industriale di Torino. Da parte nostra, utilizzeremo la libertà di azione applicando in modo  rigoroso le  nuove disposizioni legislative. I rapporti con i nostri dipendenti e con le Organizzazioni  sindacali saranno gestiti senza toccare  alcun diritto dei lavoratori, nel pieno rispetto dei reciproci ruoli, come previsto dalle intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco". "E' una decisione importante, che abbiamo valutato con grande serietà e attenzione, alla quale non possiamo sottrarci - conclude Marchionne - perché non intendiamo rinunciare a essere protagonisti nello sviluppo industriale del nostro Paese".

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