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Evasione fiscale, l'Agenzia delle entrate "spia" le coppie di sposi

Agli innamorati che si sono sposai dal 2006 a oggi sono già stati recapitati centinaia di questionari in cui si chiede tutto in maniera dettagliata sull'organizzazione del matrimonio, sulle spese effettuate e sul rilascio di fattura o ricevuta

PALERMO. Fotografi, fiorai e ristoratori, tremate: il fisco «spia» le nozze che avete immortalato, abbellito e saziato negli ultimi cinque anni. Non scappa nessuno. Alle giovani coppie che si sono sposate dal 2006 a oggi sono già state recapitate centinaia di questionari, in cui l'Agenzia delle entrate chiede tutto in maniera dettagliata sull'organizzazione del matrimonio, sulle spese effettuate e sul rilascio di fattura o ricevuta fiscale.
Un modo per stanare evasori e servizi resi in nero e avere un quadro completo del giro d'affari sottobanco in un settore molto popolato dai cosiddetti «furbetti del fisco». Quando si va all'altare, si sa, non si bada a spese, ma se qualcuno è disposto a fare uno sconto su addobbo floreale o noleggio dell'auto, purché si chiuda un occhio sulla fattura, chi dirà mai di no?
Così, in un periodo di giro di vite sull'evasione fiscale, in cui il governo cerca in tutti i modi di fare emergere il sommerso e i vescovi stigmatizzano il comportamento di chi non paga le tasse, la direzione provinciale dell'Agenzia delle entrate ha deciso di «usare» i cittadini per colpire commercianti e artigiani evasori. Le domande che molte coppie si sono viste recapitare nella buca delle lettere abbracciano tutti gli aspetti economici di una cerimonia di nozze e relativo rinfresco. «Avete intrattenuto i vostri ospiti in un ristorante, in una sala o in una villa in affitto? Avete usufruito di un servizio catering? E di un servizio di un fotografo? E di servizi di ripresa video e montaggio film? Avete acquistato confetti e bomboniere? Avete usufruito dei servizi di un fioraio? Avete noleggiato un'auto da cerimonia? La sposa ha usufruito dei servizi di una estetista?».
Eccolo l'elenco dell'«Inquisizione». E di ogni servizio bisogna indicare i dati identificativi della società, del commerciante o artigiano, il costo della prestazione e l'eventuale rilascio della ricevuta o fattura. Una radiografia del business matrimoniale che non mancherà di regalare sorprese, visto che nelle province in cui negli anni sono state avviate indagini simili (attraverso l'Agenzie delle entrate o la Guardia di finanza) sono stati tirati fuori giri d'affari di migliaia e migliaia di euro mai dichiarati. La prima iniziativa di questo genere sembra sia stata a Venezia nel 1993.
Da allora a oggi milioni di lire e di euro sono passati sotto i ponti del sommerso. I finanzieri di Siracusa, qualche anno fa, scoprirono che delle 20 imprese controllate in seguito alle risposte delle coppie, il 70 per cento aveva dichiarato solo in parte i ricavi ottenuti dai servizi resi agli sposi. Altro «rastrellamento» nella provincia di Bari, quest'anno, dove sono state prese di mira non solo le sale ricevimenti, ma anche le imprese mortuarie.
Insomma, la scure della trasparenza si abbatte anche su Palermo e il cittadino ha l'obbligo di collaborare, restituire il questionario via posta all'area Governo e analisi della Direzione provinciale di Palermo, riportando la verità, pena una sanzione pecuniaria.
Gli uffici diretti da Croce Di Marco vogliono vederci chiaro, creare una banca dati per procedere poi a controlli mirati. Ma le coppie non abbiano timori: possono collaborare senza rischiare di avere multe per non aver richiesto fatture o ricevute.
La legge riconosce la posizione di inferiorità del cliente e, dunque, gli sposi interpellati possono fare il loro dovere fiscale senza paura.

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