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Regione, sfuma l'appalto e l'azienda chiede 36 milioni

A tanto ammonta il risarcimento danni voluto da Termomeccanica Ecologica pronta, dopo 7 anni dall'aggiudicazione del bando, a firmare i contratti e iniziare i lavori per realizzare tre dissalatori a Pantelleria, Lampedusa e Linosa

PALERMO. A distanza di sette anni dal bando, quando l’aggiudicazione della gara era ormai avvenuta, la Termomeccanica Ecologica era pronta a firmare i contratti e iniziare i lavori per realizzare tre dissalatori a Pantelleria, Lampedusa e Linosa. Ma nei giorni scorsi la Regione ha scritto all’impresa di La Spezia per comunicare «l’avvio delle procedure per l’annullamento o la revoca degli atti di gara». Appena sul traguardo, l’appalto è dunque sfumato.
L’assessorato ha chiesto nella stessa lettera alla ditta di formulare «documenti e osservazioni entro il dieci settembre». E la Termomeccanica ecologica ha risposto chiedendo un risarcimento danni di 36 milioni. Inoltre l’amministratore delegato dell’azienda, in realtà un raggruppamento di imprese, Guido Bernacca, ha inviato le carte alla Procura della Corte dei Conti. E così alla Regione si preparano a un altro braccio di ferro giudiziario per revoche o ritardi.
La vicenda della Tm.E ha inizio nel 2004, quando il governo Cuffaro decide di porre fine alle difficoltà di approvvigionamento idrico di Pantelleria, Linosa e Lampedusa. Oggi lì sono attivi dissalatori che sarebbero stati dismessi una volta attivati quelli per cui è stata bandita la gara d’appalto. A Pantelleria attualmente la tariffa applicata per la dissalazione nelle bollette è di 3,674 euro a metro cubo e a Lampedusa di 3,677 euro a metro cubo.
La Tm.E. avrebbe dovuto realizzare i nuovi dissalatori col sistema del project financig, dunque l’investimento iniziale sarebbe stato ammortizzato in un ventennio di gestione degli impianti. Inoltre, nei sette anni di trattativa fra la Regione e l’impresa, la tariffa per l’acqua dissalata era stata determinata in 2,285 euro al metro cubo per Pantelleria, 2,231 per Lampedusa e 4,9 per Linosa.
Per l’azienda - come si legge nella memoria difensiva inviata alla Regione e alla Procura della Corte dei Conti - ciò bastava a ripagare l’investimento (forte anche di un importo forfettario che la Regione avrebbe garantito) e a garantire alle casse pubbliche un risparmio. Visto anche - si legge ancora nel documento - che la Regione oggi integra parte dei costi di dissalazione per mitigare l’impatto sulla popolazione. E il resto dell’approvvigionamento avviene con un servizio di navi pagato dallo Stato.
Ma adesso l’assessorato all’Energia ha comunicato l’intenzione di bloccare tutto. Nella lettera spedita all’azienda e firmata dal direttore generale dell’assessorato Enzo Emanuele, si individua la causa «nei rilievi evidenziati nella relazione finale del nucleo tecnico di valutazione della finanza di progetto nominato nel 2006». Ma la Tm.E. replica ancora: «Non solo i rilievi sono stati mossi 5 anni fa ma erano stati anche superati da vari atti successivi». Per questo motivo l’azienda conclude la memoria annunciando che se davvero la gara verrà revocata sul traguardo chiederà 3,6 milioni di risarcimento per i progetti esecutivi già realizzati su Pantelleria e altri 4,5 per quelli su Lampedusa e Linosa. Inoltre la Tm.E. chiederà i danni dalla mancata gestione ventennale degli impianti valutati in 28,5 milioni. La decisione finale della Regione è attesa per il 30 settembre.

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