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Il Senato approva la Manovra

Via libera alla fiducia. I si sono stati 161, i no 135. Il provvedimento passa ora alla Camera, domani in serata. Impatto da 70 miliardi. Tremonti: "L'Europa come il Titanic, rischia anche la prima classe"

ROMA. Via libera dell'aula del Senato alla fiducia sulla manovra. I si sono stati 161, i no 135, 3 astenuti. Il provvedimento passa ora alla Camera che dovrebbe licenziarlo, con nuovo voto di fiducia, domani in serata. L'impatto della manovra, dopo le correzioni in Senato, sale oltre i 70 miliardi al 2014. Lo afferma il relatore alla manovra Gilberto Pichetto Fratin. Ecco il calcolo: nel 2013 era previsto un impatto di 17,8 miliardi che con le correzioni (più 6 miliardi) sale a 23,8. Nel 2014 invece prima erano previsti 25,3 miliardi ai quali vanno aggiunti i 22 miliardi del Senato per un totale di 47,3 miliardi. L'impatto complessivo sei due anni sale così ad oltre 70 miliardi.



Il taglio alle agevolazioni fiscali sarà indistinto. Cioé riguarderà tutte le 483 voci di agevolazione attualmente previste. Il taglio sarà lineare e sarà del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014. Riguarderà, tra l'altro, i figli a carico, le spese per la sanità, i redditi da lavoro dipendente, gli asili, gli studenti universitari. Questo anche se - spiega il relatore Gilberto Pichetto Fratin - "il governo con successivi decreti potrà decidere di escludere alcune categorie.
La regola d'oro del pareggio di bilancio va inserita nella Costituzione e resa dunque una regola fondamentale del nostro Paese. Il rischio e' che l'enorme debito ereditato possa ''divorare'' il nostro futuro. Insomma un vincolo, quello del pareggio, che e' ''assoluto''.


Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, interviene al Senato prima del voto di fiducia sulla manovra e difende la manovra che ''giusta ed esatta' ci portera' proprio al deficit quasi zero nel 2014. E forse, con i forti correttivi introdotti a Palazzo Madama, quota zero e' ora assicurata. Lancia poi un messaggio sulla crisi all'Europa che deve trovare salvezza dalla finanza con la politica con una consapevolezza: ''e' come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe''.


Per l'Italia Tremonti rivendica dunque il ruolo della manovra e nega che non sia rivolta allo sviluppo come invece sostiene l'opposizione: '''la manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita'' afferma e poi parte con un lungo elenco citando fra l'altro ''dal credito per la ricerca ai contratti per la produttivita', dal processo civile, al turismo''. Quindi per il presente e per il passato ''non e' corretto dire che non e' stato fatto sviluppo, se non ci fosse stata la tenuta dei conti pubblici non ci sarebbe stato neanche il Pil che c'e' stato''. Quindi la manovra e' ''giusta ed esatta'' e punta ''al bene comune''. Anche perche' il bilancio pubblico ''si fa per legge, ma il Pil non si fa solo per legge, servono decreti come questo e si puo' fare anche di piu'''. Nel frattempo la crisi fa ancora paura: ''e' come un mutante che oggi ha la forma della Grecia''. E il problema e' dunque quello della credibilita': ''piu' che di speculazione si tratta di un problema di credibilita' e fiducia nella politica''.


Ma il trattato europeo non ricalca il matrimonio - dice il ministro usando un insolito accostamento - dove si sta insieme nella buona e nella cattiva sorte. E cosi' oggi, controllati da 17 diversi Governi che a loro volta sono controllati da 17 diversi Parlamenti, ''siamo dentro un paradosso: la percezione dei mercati dell'area euro non riflette la sua forza e ai primi tre posti tra Paesi considerati piu' rischiosi ci sono tre Paesi europei''. Poi una previsione: ''oggi in Europa c'e' l'appuntamento con il destino: la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica. Ma la politica non puo' fare errori'' Anche perche' ''e' come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe''. Ma proprio la politica oggi in Italia, nonostante le divisioni, ha mostrato di condividere un obiettivo comune: ''il Paese ci guarda: - dice Tremonti rivolto ai senatori di maggioranza ed opposizione - siamo diversi certo, ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere con tutti voi''

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