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Giorgio Armani: io, seduto su 600 milioni cash

Lo stilista: nessuna quotazione in borsa, il gruppo punta sull’indipendenza. "Forse è un lusso potersi permettere questa 'cintura di sicurezza' che con altri assetti proprietari non sarebbe efficiente avere"

ROMA. "Ho sempre associato una buona liquidità di cassa con i concetti di indipendenza e solidità. Non so se sia un retaggio della mia infanzia, ma avere fieno in cascina mi ha sempre fatto ritenere che io, l'azienda, i dipendenti e i fornitori potessimo dormire sonni più tranquilli". Esordisce così in un'intervista al Sole 24 Ore lo stilista Giorgio Armani, che definisce "una buona liquidità" i 604 milioni cash del gruppo.
"Forse è un lusso potersi permettere questa 'cintura di sicurezza' che con altri assetti proprietari non sarebbe consentita - spiega - o, quantomeno, non sarebbe efficiente avere". Se il gruppo fosse quotato in borsa la liquidità andrebbe investita, mentre "in questo modo il vantaggio sta nel poter rimediare a situazioni impreviste o nel poter cogliere opportunità importanti, senza chiedere niente a nessuno". "Continueremo a investire sul sistema che ruota intorno ai nostri marchi - aggiunge -. Dalla progettazione al retail, il mio gruppo concepisce, produce e distribuisce abiti e accessori che vanno dalla prima linea Giorgio Armani ad A/X, passando per Armani Collezioni, Emporio Armani e Armani Jeans". La Privé "è il fiore all'occhiello, capi couture che sfilano a Parigi, decine o centinaia di ore di lavoro artigianale, destinati a signore fortunate che possono permettersi simili capolavori".
"Questo sistema multimarchio all'interno del gruppo è un modello unico - spiega - ed è una delle ragioni del nostro successo, ma richiede una 'manutenzione' onerosa: investimenti impegnativi in talenti, comunicazione, ricerca, negozi. Tanto più che il tutto è declinato su varie categorie di prodotto e, praticamente, in tutti i mercati del mondo". Lo "shopping" di altri marchi non è escluso, anche se si tratterebbe di "una novità rispetto a quanto fatto finora". "Per essere interessato a una eventualità del genere - afferma – ci vorrebbe un'opportunità strategicamente determinante. Prendo il mio lavoro troppo sul serio per concedermi divertissement di un certo tipo".

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