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Licenziati e reintegrati in Algeria, protesta a Gela

Nove dipendenti di un'impresa metalmeccanica, la Sicilsaldo, erano stati mandati a casa dopo la chiusura di un ramo d'azienda. Ora riassunti e trasferiti in nordafrica. Gli operai: è un ricatto

GELA. Nove dipendenti di un'impresa metalmeccanica di Gela, licenziati dopo la chiusura di un ramo d'azienda, ricorrono in tribunale e vincono la causa, ma quando chiedono di rientrare, la ditta li mette di fronte a una difficile scelta: o accettano il trasferimento in un cantiere in Algeria o rinunciano al loro lavoro. In segno di protesta contro quello che definiscono "ricatto aziendale", i nove lavoratori hanno inscenato stamani un sit-in davanti ai cancelli della fabbrica, la Sicilsaldo, nella zona industriale di Gela.
"Con i moti popolari in atto - dicono gli operai - andare in Algeria come nel resto del Maghreb, diventa oggi estremamente rischioso. D'altra parte siamo troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per cercare un nuovo posto di lavoro". Del problema sono stati investiti i sindacati confederali che hanno chiesto un confronto con la direzione dell'impresa per trovare una soluzione accettabile da entrambe le parti.

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