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Fiat, siglato l'accordo per Pomigliano

Nuovo contratto per i 4.600 lavoratori dello stabilimento. Insieme al Lingotto hanno siglato i sindacati delle tute blu, con l'eccezione della Fiom, che non ha preso parte alla trattativa dopo il no all'accordo del 15 giugno

TORINO. E' stato firmato il nuovo contratto per i 4.600 lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano. Insieme al Lingotto hanno siglato i sindacati delle tute blu, con l'eccezione della Fiom, che non ha preso parte alla trattativa dopo il no all'accordo del 15 giugno. Con l'intesa di oggi si dà il via all'investimento da 700 milioni di euro per la produzione della Nuova Panda e si pongono nuove regole per i dipendenti del Lingotto che verranno riassunti dalla newco Fabbrica Italia Pomigliano da gennaio, anche se si tratterà solo di alcune decine di lavoratori, tecnici e impiegati.    


I sindacati firmatari esprimono soddisfazione, mentre per il segretario generale dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini, l'intesa è un "fatto gravissimo". E, replicando alle posizioni si alcuni esponenti del Pd, li invita a lavorare "nelle catene di montaggio" prima di dare i loro pareri. D'Alema ha poi replicato che in realtà neanche il leader della Fiom svolge questo lavoro.    Tra le principali novità inserite nel contratto c'é l'aumento del salario, che in media sarebbe di 360 euro lorde l'anno, ovvero 30 al mese. Anche se, spiega il segretario generale della Uilm Campania, Giovanni Sgambati, "gli effetti sui minimi tabellari sono molto significativi, riguarderanno anche 100 euro di differenza tra un lavoratore dello stabilimento di Pomigliano e un altro metalmeccanico".


L'altro cambiamento riguarda l'inquadramento, una modifica definita dai sindacati una "rivoluzione", visto che semplifica la materia ed agevola l'avanzamento professionale, distinguendo tra 5 gruppi. A riguardo, il segretario nazionale della Fim, Bruno Vitali sottolinea come siano state finalmente accolte le precedenti richieste dei sindacati". Quanto alla rappresentanza, come per lo stabilimento di Torino, chi non ha firmato non l'avrà. Per il resto il contratto, che si pone come apripista anche per l'accordo su Mirafiori, riprende i punti già fissati con l'accordo di giugno, come i 10 minuti in meno per la pausa, le sanzioni per gli scioperi che violano i punti dell'intesa, l'eventuale non retribuzione dei primi tre giorni in caso di assenteismo anomalo.    Si tratta di un contratto collettivo specifico, che sostituisce quello nazionale per i metalmeccanici e si presenta come un testo "ponte", evidenzia la Fim, con una durata di due anni. Un passo avanti che cerca, secondo tutti i sindacati meno la Fismic, di essere d'aiuto al lavoro di Confindustria e Federmeccanica per la definizione di norme specifiche per il settore dell'auto.


Per la Fismic, infatti, sarebbe meglio restare fuori dal sistema confindustriale,    Secondo il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, l'accordo "apre una nuova fase di crescita e produzione industriale", sulla stessa linea il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: la firma "nasce da esigenze pratiche e non da disegni ideologici". Entusiasta anche il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Mentre molto critica rimane la Fiom, che parla di "vergogna del sindacato", con riferimento a Bonanni e Angeletti. Al contrario il segretario generale della Cisl sottolinea come "il Sud ha bisogno come il pane di accordi come quello di Pomigliano".

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