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Edilizia in crisi: "In Sicilia persi 30 mila posti di lavoro"

La preoccupazione per le piccole imprese dell'Isola. L'Ance: "Per il 2011 le previsioni danno nuvole nere"

PALERMO. Tutti gli appalti pubblici per il rifacimento delle piazze di Palermo sono stati assegnati con un ribasso del 48%. Riusciranno le imprese a portare avanti i lavori senza perderci un sacco di soldi e soprattutto a garantire qualità e sicurezza nei cantieri?». È questa la domanda che ha accomunato gli interventi dei relatori che ieri hanno partecipato al convegno "Sicurezza è legalità" organizzato dal Cpt di Palermo e andato in scena a Palazzo de Seta a conclusione della settimana europea della sicurezza negli ambienti di lavoro.
«La legge che consente ribassi di questa entità» ha dichiarato il presidente dell'Ance Palermo, Giuseppe Di Giovanna «è catastrofica per le imprese siciliane che sono per la maggior parte piccole e che così sono tagliate fuori dal mercato». Un concetto ribadito dal presidente del Cpt di Palermo, Fabio Florio: «È molto difficile che un'azienda possa sostenere economicamente una tale condizione e allo stesso tempo garantire qualità e sicurezza».
La tensione tra gli edili siciliani era palpabile. Tanto che non si escludono forme di protesta eclatanti e mobilitazioni sulla scia della manifestazione che l'Ance nazionale ha organizzato davanti a Montecitorio mercoledì scorso.
L'esasperazione è figlia dalla crisi economica che si è abbattuta sul settore edilizio come un terremoto. Dall'Ance segnalano che fino ad oggi sono stati persi 200 mila posti di lavoro, di cui 30 mila solo in Sicilia, senza considerare l'indotto. E per il 2011 le previsioni danno nuvole nere.
La versione integrale dell'articolo sul Giornale di Sicilia oggi in edicola.

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