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Lo statuto antimafia dei costruttori palermitani

Presentato il nuovo codice con gli articoli che spiegano i requisiti d’ammissione e le sanzioni per le imprese colluse. Il presidente dell’Ance Palermo: "Nessuna tolleranza sarà più consentita"

PALERMO. Un codice antimafia nel nuovo statuto di Ance Palermo. Legalità, trasparenza e una nuova etica dell'economia sono, infatti, gli aspetti fondamentali del lavoro presentato stamattina a Palazzo Forcella De Seta, sede dell'Associazione costruttori, nell'ambito delle “Giornate dell'economia del Mezzogiorno”. Presenti il presidente di Ance Palermo, Giuseppe Di Giovanna, Antonio Catalano del Consiglio direttivo di Ance Palermo, il presidente di Ance nazionale, Paolo Buzzetti, il presidente di Confindustria Sicilia, Paolo Buzzetti e il presidente onorario delle associazioni antiracket, Tano Grasso.
Il nuovo statuto si rifà alla nuova politica dell’associazione che ha rivisitato la propria linea di legalità per dare un chiaro segnale di cambiamento, eliminare il binomio edilizia-mafia e rilanciare l’economia di settore. L'associazione, infatti, si è dotata degli «strumenti necessari a selezionare i propri associati, nel rispetto e nella tutela dell'associazione stessa, per presentarsi sul mercato con una nuova deontologia - ha affermato il presidente Di Giovanna – siamo pronti ad assumere la gestione diretta di impianti e imprese confiscati alla mafia».
L’Ance Palermo chiede la creazione della prima “white list” per «avere un sistema pulito di imprese moderne, efficienti e libere da condizionamenti» ha aggiunto Di Giovanna, che spera anche in un confronto con le forze politiche, economiche e sociali della città, per individuare linee comuni d’azione.
«L’iniziativa segue un modello già collaudato a Napoli, in cui i rapporti tra imprenditore e forze dell’ordine vengono gestiti dalle associazioni» ha aggiunto Tano Grasso.
«Il nuovo codice si basa su tre linee direttrici: la definizione della categoria degli affini, il codice etico e il regime sanzionatorio, le procedure di rinnovo delle cariche sociali» ha spiegato Antonio Catalano, membro del Consiglio direttivo. Per questo, i nuovi articoli inseriti chiariscono i requisiti richiesti per aderire all’associazione, tra cui la presentazione del certificato “Antimafia” della Camera di Commercio, e le sanzioni per le imprese che violano le norme, fino all’espulsione dall’associazione.

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