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Lo Bello: se Catanzaro lascia è colpa dello scontro politico

Il presidente di Sicindustria commenta la rinuncia dell'imprenditore a realizzare la discarica nell'Ennese. L'impianto avrebbe dato lavoro a 180 persone. "Il dibattito si era fatto troppo violento, capisco la scelta dell'azienda"

PALERMO. Giuseppe Catanzaro, l'imprenditore che ha rinunciato a realizzare la discarica di Assoro, trasferirà l'investimento all'estero. Nell'Ennese erano previsti impianti per un valore di 48 milioni che avrebbero creato anche 60 posti di lavoro e 120 nella fase di cantiere. Una mossa che ha spinto Ivan Lo Bello, presidente di Sicindustria, a esternare l'amarezza per le polemiche nate sull'impianto di trattamento e recupero dei rifiuti. Fotografia delle difficoltà di fare impresa in Sicilia.
Ad Assoro la situazione è incandescente. Anche oggi, malgrado la rinuncia di Catanzaro, proteste di piazza e polemiche politiche. Presidente Lo Bello, che idea si è fatto?
«Ormai c'è uno scontro politico troppo acceso. Ha fatto bene l'azienda a restarne fuori. Quella di Catanzaro è un'impresa all'avanguardia e con potenzialità internazionali. Fa bene a non restare invischiato in uno scontro politico tanto violento».
Anche la magistratura ha acceso i riflettori su Assoro.
«Ben vengano tutti i controlli, le imprese sane hanno solo da guadagnarci».

L’investimento verrà realizzato altrove, probabilmente all'estero. Da leader degli industriali non è amareggiato?
«Capisco la scelta fatta da Giuseppe (che è anche il vice di Lo Bello in Confindustria, ndr). Una azienda come la sua è estranea alla politica e tale deve restare. Certo, dispiace vedere un investimento così importante trasferito altrove. Io vorrei restare fuori dalle polemiche. Catanzaro ha fatto la sua scelta valutando la situazione. Ma, vede, in questo momento per le imprese siciliane ci sono tante altre questioni che mettono a rischio la sopravvivenza o la permanenza».
La versione integrale dell'articolo sul Giornale di Sicilia oggi in edicola (10 ottobre 2010).

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