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Stage per disoccupati a Palermo, assalto alla sede di Italia Lavoro

Folla davanti all'ufficio che registra le domande di partecipazione al bando della Regione. Critiche ai vantaggi per gli ex detenuti

Palermo. Presa d’assalto stamattina la sede di Italia Lavoro Sicilia di Palermo. Un flusso continuo di persone si è riversato sul corridoio davanti all’ufficio che registra le domande di partecipazione al bando della Regione rivolto ai disoccupati.
Padri e madri di famiglia, trentenni, neo diplomati, giunti non per presentare la documentazione richiesta, ma per informarsi proprio sul bando. Tutti ammassati davanti al foglio d’avviso appeso al muro, c’è chi ha preso appunti su un foglio di carta, chi ha chiesto al vicino ulteriori chiarimenti, chi si è lamentato delle carenze nella comunicazione del bando. Unanimi nel criticare la priorità che lo stesso darebbe a coloro che sono in situazione di svantaggio o di disagio economico e sociale, come ex detenuti, ex tossicodipendenti, o chi è agli arresti domiciliari. “Il bando dovrebbe essere rivolto a tutti i cittadini”, dice con tono arrabbiato Francesco Pace, un disoccupato di 20 anni. “Non possono solo favorire i detenuti o chi è a rischio di esclusione sociale. Qui lo stiamo diventando tutti. Vorrei costruirmi un futuro, una famiglia e non lo posso fare”.
Esasperata anche una giovane mamma di 32 anni, Maria Stellina, venuta a prendere informazioni in compagnia del suo bimbo. “Non possono penalizzare chi ha studiato tutta la vita e si è anche specializzato – dice con voce seccata, lei che ha la qualifica di odontotecnico –. La situazione a Palermo è diventata insostenibile per noi cittadini e ora vogliono favorire chi ha commesso reati”. Dello stesso parere un giovane cantautore che non può realizzare il suo sogno, Marco Di Secchi. “Non sono solo mille le persone in difficoltà in questa città. Ho ventiquattro anni e ho sempre lavorato in nero. Il bando certo non da un buon messaggio. Devo forse delinquere per lavorare?”. Dalla calca le voci reclamano il lavoro come un diritto e la maggior parte esprimono dubbi sull’effettivo sbocco che darebbe il bando. Come quella di Elena Pisciotta, quarantaduenne disoccupata: “Dobbiamo appigliarci anche a questo. Anche se ci credo poco. Non dobbiamo demordere, già sono poche le alternative”. Chi le cerca è anche Francesco d’Arpa di 45 anni, papà di due bambini che lavora saltuariamente come autista: “Sono venuto qua per cercare un alternativa. Lavoro solo quattro mesi l’anno. Spero che questo bando possa dare uno sbocco stabile”.

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