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Turismo, la Sicilia cola a picco

L'Isola secondo un sondaggio della Jfc risulta tra le meno scelta tra i tour operator per l'estate del 2010. "Poco interesse e poche strutture offerte alla clientela"

Palermo. Cola a picco la Sicilia nella classifica delle destinazioni balneari scelte dai tour operator per l’estate 2010. Secondo l’indagine effettuata dalla società di consulenza turistica Fjc, su un campione di 292 operatori turistici e agenzie di viaggio europee – sei i paesi scelti per l’indagine: Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito, Paesi Bassi, Russia –, a creare dei pacchetti vacanze che abbiano l’Isola come meta sarebbe stato soltanto il 24% degli intervistati. Una posizione assai bassa in una classifica dove ad avere raggiunto la vetta è la Toscana con il 74% delle preferenze, mentre ad essersi aggiudicate la posizione inferiore sono state la Puglia e le isole Tremiti con il 22%. Per la Sicilia, però, le cose non vanno meglio neppure quando il campione di agenzie e operatori turistici intervistati è italiano: su 251 agenti di viaggio sentiti, il 69% preferisce nuovamente la Toscana, mentre soltanto il 47% opta per la Trinacria, penultima in classifica e seguita soltanto dalla Sardegna con il 39% dei voti. L'obiettivo dell'indagine previsionale "Futuro Presente 2010" di Fjc è quello di individuare la tipologia di offerta ricettiva sulla quale gli agenti di viaggio ritengono si debba lavorare e, in particolare, quali sono i servizi e le offerte che condizioneranno sempre più il successo delle destinazioni balneari in Italia. Così, per gli organizzatori internazionali i fattori che hanno influenzato la programmazione sono, nell'ordine, i prezzi vantaggiosi (76%), la varietà dell'offerta ricettiva (73%), la diversificazione dei servizi (71%) e diversi altri requisiti come il livello di appeal del luogo, la vivibilità e il sistema dei collegamenti. Tra i fattori che risultano invece essere più critici, si annoverano la scarsità di spiagge che accolgono eventi notturni nell'82% dei casi e di aree di aggregazione nel 72%. Rispetto alle motivazioni che spingono gli agenti di viaggio italiani a commercializzare un territorio piuttosto che un altro, emergono principalmente la valutazione del mercato e di conseguenza la capacità di generare fatturato (72%), il livello qualitativo dell'offerta ricettiva e dei servizi (66%), il valore economico (61%), la popolarità della destinazione (55%). Dalla ricerca di Jfc emergono infine le carenze del settore balneare italiano: l'indicazione principale, segnalata nel 79% delle risposte, riguarda la mancanza di una specializzazione su specifici target di clientela; altri fattori su cui lavorare sarebbero poi la necessità di creare una rete di opportunità sul territorio e la sezione commerciale, rispettivamente  per il 65% e il 56% degli intervistati. "Troppo spesso – spiegano dalla società – le destinazioni hanno poca vita aggregativa, poche aree commerciali naturali, pochi luoghi per passeggiate serali".

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