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Fiat, Marchionne: "Il sindacato non ignori realtà"

"Siamo una multinazionale, ci vuole equilibrio tra domanda e offerta", dice l'ad della fabbrica torinese, ma a Termini Imerese monta la protesta: scioperi indipendenti nelle ore di lavoro

 "La Fiat è una multinazionale e i sindacati devono rendersi conto dell'equilibrio necessario fra domanda e offerta. Nessuno può ignorare la realtà". Lo ha detto l'amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, alla vigilia dello sciopero di Termini Imerese per la prevista chiusura dell'impianto. "Siamo disposti al confronto - ha aggiunto - ma non si può ignorare la realtà". Parole che non sono andate già ai lavoratori della fabbrica siciliana. Infatti scioperi spontanei sono in corso nello stabilimento Fiat a Termini Imerese. Nel reparto montaggio la prima squadra di operai ha incrociato le braccia dalle 7.30 alle 8.30, la seconda squadra si è fermata alle 9.30, sempre per un'ora. Secondo la Fiom, che sta gestendo gli scioperi, la protesta si sta estendendo anche ad altri reparti. Per domani è in programma lo sciopero di 8 ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm, con manifestazione a Palermo, davanti alla sede del Parlamento siciliano.  "Marchionne affronta la questione Termini Imerese in modo non veritiero. Parla di equilibrio tra domanda e offerta? Bene, in Italia si producono 600 mila auto e se ne vendono un milione. La Fiat dunque aumenti la produzione, dato che l'Italia è all'ultimo posto in Europa nel rapporto tra produzione-consumi". Così il segretario della Fiom di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, replica a Marchionne. "La Fiat - aggiunge Mastrosimone - dovrebbe rispettare quello che un anno fa condivise con i sindacati: produrre la nuova Lancia Ypsilon a Termini Imerese. Se il clima sta diventando pesante - conclude - è solo colpa sua"

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