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Strage di Capaci: speciali, interviste e dirette su Tgs e giornale

Uno sforzo editoriale per seguire le manifestazioni per il trentennale della strage di Capaci è quello messo in campo dal Giornale di Sicilia, da Tgs e dai rispettivi siti internet. Comincerà Tgs con uno speciale in tre puntate dedicate alla ricostruzione e al ricordo, curate dalla responsabile delle news, Marina Turco e che andranno in onda domani, sabato e domenica alle 14.15 dopo l’edizione delle 13,50 del telegiornale. All’interno interviste e testimonianze dai luoghi legati a Falcone e da Capaci. Lunedì, nel giorno dell’anniversario, Tgs sarà in diretta dal Foro Italico dalle 10 e fino alle 13.50, poi spazio al notiziario e quindi riprenderà la maratona live con collegamenti anche dallo Spasimo (dove sarà Salvo La Rosa) e da via Nortarbartolo dove si attenderà la commemorazione in coincidenza con l’ora dell’attentato. Lo speciale in tre puntate di Tgs, subito dopo la messa in onda, sarà interamente visibile sul sito Gds.it, mentre la diretta di lunedì sarà trasmessa in streaming sul sito, con ampie finestre anche sui social del Giornale di Sicilia e di Tgs.

È Marina Turco a ricostruire il lungo lavoro di questi mesi che ha portato a reportage approfonditi per raccontare Falcone seguendo un filo logico preciso, «cercare di capire chi era, perché ha scelto di divenire un magistrato. Ci siamo chiesti come lavorava, chi erano i suoi collaboratori, gli amici, la famiglia, la sua Francesca. Ma anche il rapporto con Rocco Chinnici, il lavoro nel pool con Guarnotta, Di Lello e Borsellino», spiega il capo della redazione televisiva. Il reportage è partito proprio dalle interviste a Maria Falcone e Caterina Chinnici: la prima ricostruisce l’inizio della strada e le indagini del fratello, la seconda ha analizzato la formazione del pool, il coinvolgimento di giovani magistrati dal piglio pionieristico, l’idea di Rocco Chinnici di seguire i flussi di denaro, che con Falcone diventò un metodo di lavoro.

«Non potrò mai dimenticare l’abbraccio di Giovanni Falcone e lo sguardo di Paolo Borsellino mentre portava la bara di mio padre» dice Caterina Chinnici nella lunga intervista. Scorrono i testimoni, saranno tre puntate colme, importanti per chi ricorda ma soprattutto per chi non c’era e oggi ha il diritto e la voglia di sapere. Ecco l’ex giudice, avvocato e politico ultraottantenne, Alfredo Galasso, che contestò la decisione di Falcone di spostarsi a Roma; Giuseppe Costanza, l’autista che si salvò perché Falcone decise di guidare lui l’auto quel 23 maggio di trent’anni fa; Riccardo Arena, oggi capocronista del Giornale di Sicilia, che allora seguì i processi passando ore e ore sulle carte, e che ricorda come Giovanni Brusca oggi è sì un uomo libero, ma che ci sono ancora tantissimi dubbi sul suo ruolo. Lia Sava, neo procuratore generale di Palermo, che parla dei due processi chiusi e dell’attesa della Cassazione, «c’è una verità giudiziaria, è vero ma la tecnologia corre e si spera che si possano tirare fuori nuovi elementi». C’è la bellissima ricostruzione di Giuseppe Ayala e Giuseppe Di Lello, che istruì il Maxiprocesso (mentre Ayala fu il pm e ricorda come Falcone gli disse, dopo la sentenza, «hai cantato come Frank Sinatra ma la musica è stata scritta da noi»); il ricordo di Tony Gentile che scattò la foto simbolo, la testimonianza di Giovanni Paparcuri sopravvissuto alla strage di Chinnici, che oggi a Palazzo di Giustizia custodisce carte, computer analogici, verbali, scartoffie e racconta come il suo lavoro sia il debito pagato per essere rimasto vivo. E ancora, Nino Lo Bello racconta l’antimafia di oggi, Felice Cavallaro tratteggia la storia d’amore con Francesca Morvillo, e Alba Terrasi, fidanzata di Rocco Di Cillo, ricorda come si doveva sposare a luglio ‘92,

Uno speciale di 16 pagine con ricordi, testimonianze dei cronisti e dei protagonisti, interviste e analisi di esperti uscirà invece all'interno del Giornale di Sicilia lunedì 23 e ciò che accadde trent'anni fa verrà ricostruito sotto vari punti di vista. «Partendo da quel tragico '92- dice Riccardo Arena, che lo ha curato - cercheremo di comprendere l’evoluzione di un'organizzazione sempre pericolosissima ma, proprio a seguito delle stragi, fiaccata dalla risposta decisa dello Stato e della società civile».

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