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"Intermezzo", il nuovo album di Alessandro Presti: "Il mio viaggio nel Mediterraneo"

Alessandro Presti la musica ce l'ha sempre avuta nel sangue, e non è un modo di dire. Papà Pasquale è un maestro, nel vero senso della parola, compositore e direttore di bande ormai da una vita. Una passione totale e totalizzante,  che poi ha trasmesso ai suoi figli: Gaetano, eccelso batterista e clarinettista, Emanuele, il più piccolo, anche lui musicista di talento, e poi c'è Alessandro.

Partito da Spadafora e poi Motta d'Affermo, in provincia di Messina, a 34 anni, Presti è diventato senza dubbio uno dei migliori trombettisti in Italia. Non è più soltanto un "ragazzo prodigio", come era considerato tempo fa, ma è diventato una grande certezza nel panorama nazionale e internazionale. Il suo nuovo lavoro, "Intermezzo", uscito il 20 aprile, lo dimostra in pieno. Chi lo ha conosciuto fin da bambino, però, non può fare a meno di ricordare le sue straordinarie perfomance sui palchi di tutta la Sicilia, a suonare con la banda, nei concerti, insieme con il padre e il fratello Gaetano. Ne è passata di strada.

"Intermezzo è un viaggio, il mio ma non solo - dice Alessandro -. Dal centro del Mediterraneo, otto nuove visioni, nuovi percorsi e sonorità. Con me, in questo viaggio, persone straordinarie che hanno accolto ed interpretato magistralmente gli otto brani, ognuno con la propria sensibilità: agli strumenti Daniele Tittarelli, Alessandro Lanzoni, Gabriele Evangelista, Enrico Morello, alla produzione Fabio Rizzo 800A Records, Francesco Cammalleri, all’interpretazione grafica Tomo e Rori Palazzo (Foto copertina)".

Intermezzo insomma come momento di sospensione, nella vita e nel percorso artistico di Alessandro Presti, che condensa in questo disco la propria evoluzione e l’ampliamento costante dei propri orizzonti avvenuto negli ultimi anni: da talentuoso trombettista/polistrumentista della nuova generazione jazz italiana ad autore e arrangiatore anche per il pop, fino a questa importante prova discografica da compositore e leader di un quintetto di eccellenza assoluta.

Otto tracce dal centro del nuovo Mediterraneo, gli scorci di Pantelleria a ispirare la musica, gli spazi, i cambi di passo e di direzione come cambi di vento su un’isola attraversata/circondata dalle correnti liriche che soffiano sulla composizione, sulla consapevolezza timbrica, sulla visione ad ampio spettro di Presti.

"Rientrato a Palermo dopo la registrazione del disco, ho ascoltato tante volte Intermezzo. Dopo questo periodo iniziale post registrazione, non ho ascoltato il disco per almeno 6 mesi. A distanza di un anno dalla composizione di questo disco ne sto capendo il significato", dice Presti.

"Con Grandangolo, ad esempio, che è la prima traccia del disco, ricordo perfettamente la sensazione di libertà che ho provato nel comporlo. Forse sono riuscito a mettermi a nudo nella scrittura, ed era quello che volevo. E' un pezzo che ho scritto un anno fa, e ci sono particolarmente legato", continua il musicista.

Segue “Tuning song”, più dilatata e meditativa. Quindi “Giallo”, aperta da un’intro composta insieme a Enrico Morello e che ci riporta al colore e alla vibrazione dell’estate pantesca. “Piana della Ghirlanda”, come dei dialoghi notturni tra gli strumenti che finiscono per fondersi, come alla fine del brano. Il “Giardino pantesco” è concepito in modo da proteggere gli alberi dal vento, allo stesso modo funziona questo brano, la cui calma apparente è rotta dal tema finale. “Santa Venere” ci riporta ai luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza di Presti, una traccia avvolta da una calda malinconia. “Rosa” chiude l’album ed è il brano che ricorda più da vicino il linguaggio della colonna sonora.  

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