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I segreti di Ninni Bruschetta svelati su Gattopardo

Ninni Bruschetta

È l’attore messinese Ninni Bruschetta il protagonista della copertina di Gattopardo, il mensile in edicola da domani con il Giornale di Sicilia e con la Gazzetta del Sud. Attore impegnato che ha alternato grandi produzioni a scelte di nicchia, presto sarà nuovamente l’amatissimo direttore di fotografia scansafatiche Duccio che «smarmella e apre tutto» nella serie tv di culto «Boris», il più geniale, irriverente, esilarante atto di accusa che la televisione abbia mai fatto su se stessa, e sul sistema Italia.

Quel sistema Italia di cui nella sua intervista Bruschetta fa un disamina impietosa. «Nel nostro Paese, e soprattutto in Sicilia – dice - tutto quello che è istituzionale non funziona, gli uffici pubblici non funzionano, le istituzioni sono carenti da ogni punto di vista. Spero che finalmente i siciliani alle elezioni votino una brava persona, e non chi gli promette l’assunzione del figlio».

I personaggi di Gattopardo lavorano, innovano, creano, sono fautori di un Sud produttivo e orgoglioso che vuole crescere a partire dalle sue risorse. Artisti, imprenditori, co- struttori di futuro. Una Sicilia competente e gioiosa.

Ecco quindi Genìa, l’associazione che a Palermo mette insieme per la prima volta alcuni protagonisti della scena teatrale e musicale della città (ma internazionali per vocazione e sguardo), convinti che il futuro stia nel fare rete. E poi i giovani talenti del Conservatorio di Messina, la cui musica dilaga in città, abbattendo i paletti tra l’istituzione e la strada.

E ancora gli imprenditori green che si lanciano nella bio-economia commercializzando prodotti nati dagli scarti (dopo la fibra tessile nata dalle bucce di arance, è l’ora della eco-pelle nata dalle arance e dal fico d’India), ma anche coloro che lavorano tra cultura e sociale come gli operatori della Scuola di italiano per stranieri dell’Università di Palermo, Itastra: pensata per dare lezione agli occidentali arrivati per l’Erasmus e per le summer school, ha aggiunto alla sua mission i corsi per i migranti arrivati sui barconi ed è diventato un importante presidio di comunità.

E poi i personaggi: Giuseppe Giacalone, in arte Jaka, trapanese di nascita, cittadino del mondo per vocazione, reggaeman di casa in Giamaica e animatore a Palermo nei quartieri a rischio; la signora di Favignana, Maria Guccione, presidio di buona cucina, che racconta la sua ricetta per salvare lo spirito più autentico dell’isola; Andrea Masu del collettivo artistico Alterazioni Video, tra i più interessanti della scena nazionale, bolognese che si è trasferito a Palermo, uno dei tanti «nuovi siciliani» venuti a portare creatività e innovazione.

Bisogna poi perdersi tra i vicoli affascinanti di Gangi, uno dei più bei paesi delle Madonie, per trovare un luogo in Sicilia dove il tempo sembra essersi fermato. Nello scriptorium di Pietro Vincenzo Buongiorno, ultimo scriba, si respira infatti un’atmosfera rarefatta, quasi sospesa, che ci riporta al Medioevo: quando ai monaci amanuensi era affidato il delicato compito di trascrivere su pergamene e tavolette cerate i testi sacri e gli atti di governo.

Per finire con il food, e con una provocazione di successo di un gruppo di docenti dell’Università di Palermo, promotore di seminari per gli studenti del corso di Tecnologia alimentare all’insegna dei Disabbinamenti, una sovversione semiseria – tra cultura ed enogastronomia - dei tradizionali abbinamenti a tavola.

 

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