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"Crazy for football", il nuovo film di Volfango De Biasi: il regista racconta il calcio come terapia

Volfango De Biasi

Crazy for Football (Matti per il calcio), in uscita questo mese, è un racconto ispirato ad una storia vera, raccontata da Volfango De Biasi nell'omonimo documentario vincitore del David Di Donatello nel 2016.

La Rai decide di puntare su un prodotto che regalerà e farà vivere emozioni attraverso delle riflessioni lontane dal semplice intrattenimento, e più vicine alla ricerca.

Il film prodotto da Rai Fiction e Mad Entertainment con il supporto della FIGC, narra lo sviluppo di quella prima esperienza terapeutica e l'impresa di organizzare il primo mondiale di calcio a cinque per pazienti affetti da disturbi psichiatrici. Si parte dai provini per la formazione della squadra alla competizione sui campi di calcio. Il calcio come motore terapeutico, come mezzo per affrontare un’avventura sportiva che ha il sapore dell’adrenalina più genuina.

Il documentario da cui è stato prodotto il lungometraggio ci consegna al nostro io la virtù umana del coraggio. Attraverso le gesta, le parole e le emozioni di questi pazienti affetti da disturbi psichiatrici siamo immersi in una realtà da cui non si può che prendere appunti. Silenziosamente.

Le parole, così come il coraggio, spesso non sono un involucro abbastanza esauriente a rappresentare certe emozioni. Ed è lì che avviene la magia del cinema; l’eccezionale nel reale.

Si è condotti così ad assistere ad una sensibilizzazione del tema della salute mentale e del reinserimento sociale in un mondo - quello prettamente occidentale - che tende ancora a stigmatizzare e individuare determinate malattie come debolezze.

Un catastrofico errore morale, e concettuale.

Un progetto, una scelta, che hanno molto fatto parlare ai tempi, ma che oggi possiamo dire essere pienamente riuscito. Il successo del documentario in molti paesi del mondo, infatti, ha creato una sensibilità comune tra gli psichiatri che ora utilizzano sempre più il calcio come terapia e cura possibile.

Perché è pienamente riuscito? Perché le regole del calcio si basano necessariamente sulla collettività, che funziona se e solo se si stabilisce una fiducia reciproca.

Come disse Santo Rullo, psichiatra responsabile del progetto: ‘’Il calcio diventa così esperienza che richiama alla mente la memoria emotiva di quando non si era malati, aiutando a raccontare e condividere i giorni bui del passato. Questa storia non racconta i problemi solo di chi è matto: tutti abbiamo sperimentato la voglia di isolarci in una stanza. Le persone con disturbi psichici sono belle quando sono lontane, poi invece quando si avvicinano ci fanno paura perché scopriamo che sono esattamente come noi".

Si attende ancora la data esatta di uscita del film, ma al momento una cosa è certa: il cast, tutto italiano, è abbastanza sorprendente. Sergio Castellitto interpreterà lo psichiatra protagonista dell’intera storia, troviamo anche Antonia Truppo nella parte della preziosa assistente del protagonista e Max Tortora, nei panni dell’allenatore.

Poi sempre nel cast del film ci sarà anche Massimo Ghini che interpreterà un altro dottore della clinica, affezionato ad approcci terapeutici e tradizionali.

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