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Coronavirus, i centri produzione dei teatri siciliani chiedono l'apertura di un tavolo di crisi

Prende posizione il Coordinamento Ce.n.pro teatro e danza Sicilia, organismo che raccoglie i tre centri nazionali di produzione di teatro e danza del territorio siciliano riconosciuti dal Ministero dei Beni e delle attività culturali: Teatro Libero di Palermo, Il Teatro della Città di Catania per il Teatro e Scenario Pubblico / Compagnia Zappalà Danza di Catania per la danza.

«È necessario e urgente – affermano le tre strutture – che si apra un tavolo di crisi con l’assessorato al Turismo della Regione siciliana; l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Covid19 potrebbe cancellare tre importanti istituzioni storiche della regione. Siamo in una situazione molto difficile, di fatto la stagione è finita, tuttavia i finanziamenti richiedono dei minimi di attività che il perdurare della chiusura non consentirà di rispettare. Chiediamo che vengano adottate misure straordinarie per mettere al riparo gli organismi storici e, finita la situazione di emergenza, di rilanciare l’attività di produzione e di programmazione che contraddistingue i tre Centri di produzione siciliani. Vanno individuate strategie di rilancio e sostegno al settore, tenendo conto che noi Centri di produzione siamo chiamati a svolgere una funzione pubblica pari a quella dei due Tric regionali».

CE.N.PRO Teatro / Danza Sicilia nasce con l’obiettivo di rappresentare e promuovere, in ambito regionale, le istanze degli organismi di produzione riconosciuti dal MIBACT. I tre centri di produzione del territorio siciliano sono organismi storici che hanno all’attivo una densa attività: un complessivo di oltre 11.500 giornate lavorative, più di 460 giornate recitative di produzione, oltre 260 giornate di programmazione, attività di promozione del pubblico e di formazione su tutte le province della Regione. Bilanci complessivamente pari a poco meno di 3 milioni di euro.

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