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Musica classica a Palazzo Riso: i concerti in programma

PALERMO. Prosegue la rassegna Palazzo Riso Classica. Venerdì alle 21 nella settecentesca cornice di palazzo Riso l'Orchestra Sinfonica Siciliana sarà diretta da Silvia Spinnato.

In programma, Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) Concerto n.1 in re magg. per corno e orchestra K 412 , Giovan Battista Pergolesi (1710-1736) La serva padrona, intermezzo in due atti su libretto di Gennaro Antonio Federico.

Concerto n.1 in re magg. per corno e orchestra K 412 di Mozart. Primo di quattro concerti scritti tra il 1781 e il 1783 per corno e orchestra, il Concerto in re maggiore K.412, come gli altri tre, fu dedicato da Mozart a Ignaz Leitgeb, il cui nome, secondo alcuni biografi, sarebbe, Joseph Leutgeb. Cornista dell'orchestra di corte di Salisburgo, Leitgeb fu un grande amico Mozart al quale rimase legato fino alla morte nonostante il compositore lo prendesse in giro per il fatto che fosse un po' ignorante e sempliciotto. Si divide nei seguenti movimenti: Allegro, Rondò. Allegro (Durata: 9').

La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi. Composta nel 1733 e rappresentata per la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 28 agosto dello stesso anno come intermezzo dell'opera seria Il prigionier superbo, La serva padrona di Pergolesi su libretto di Gennaro Antonio Federico, è considerata a tutti gli effetti la prima opera buffa della storia della musica. Il suo successo, infatti, fu tale che l'opera non fu rappresentata soltanto in Italia per tutto il Settecento in modo autonomo dal Prigionier superbo, ma anche in Francia dove una sua rappresentazione a Parigi nel 1752, da parte della compagnia Des Bouffons guidata da Eustachio Bambini, scatenò un'accesa querelle tra i sostenitori dell'opera francese di contenuto classico, capeggiati da Rameau e dalla stessa famiglia reale, e i sostenitori dell'opera italiana fra cui Diderot, Voltaire e Rousseau. Quest'ultimo nella Lettre sur la musique française affermò che solo la lingua italiana era predisposta alla musica per la sua dolcezza, per la sua sonorità, per la sua armonia e per l'accentazione. Per il filosofo ginevrino, che considerava il canto la massima espressione dei sentimenti e delle emozioni, erano proprio queste qualità le più adatte all'opera. Ci sono 3 personaggi: il ricco padrone Uberto, la serva Serpina e il muto servitore Vespone; Serpina la scaltra servetta ma sentimentale, Uberto, sciocco ricco padrone sempre gabbato da persone furbe ma comunque paterno e sensibile e il servo Vespone, che si traveste da soldato, per ingannare il padrone. (Durata: 52').

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