VARSAVIA. È morto ieri sera a Varsavia il più famoso regista polacco, Andrzej Wajda. Aveva 90 anni.
Wajida ha vinto la Palma d'oro nel 1981 col suo 'L'uomo di ferro' e nel anno 2000 ha ricevuto l'Oscar alla carriera. Il suo ultimo film 'Afterimage' è stato presentato di recente durante il festival cinematografico di Gdynia, in Polonia.
Andrzej Wajda è il simbolo del cinema polacco che sta «annusando i tempi» e cerca di sottoporre le risposte alle domande che si pongono gli spettatori polacchi: è quanto ha scritto nel suo commiato per il regista più noto critico cinematografico polacco, Tadeusz Sobolewski.
Sobolewski ricorda come il film 'L'uomo di marmo' realizzato nel 1977 precedeva solo di qualche anno lo sciopero dell'agosto
1980 a Danzica e la nascita del sindacato Solidarnosc, il tema poi continuato da Wajda con 'L'uomo di ferro' realizzato nel 1982 nonchè, dopo anni, con il film sul premio Nobel Lech Walesa 'L'uomo della speranzà, presentato nel 2013. Wajda, che ha subito il duro impatto della Seconda guerra mondiale e nelle fosse di Katyn ha perso il padre, secondo Sobolewski ha cercato con vari film, compreso 'Katyn' del 2007, di avvisare e prevenire affinchè i suoi connazionali non ripetono più «i sacrifici inutili», «l'eroismo invano», «il culto della sconfitta».
«Ha creduto nella missione del cinema, nella responsabilità dell'artista di fronte alla società», ha sottolineato Sobolewski.
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