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Gli "Acrobati" dell'Addaura, il calco al Museo Gemmellaro

PALERMO. In grandezza naturale gli «Acrobati» delle grotte dell'Addaura, per la prima volta esposti in pubblico dopo decenni di ingresso tecnicamente impossibile causa crolli. E dopo una condanna all' invisibilità che ha visto l' unico calco dell' intera parete della grotta restare chiuso in un museo chiuso: al Salinas che non è visitabile da tempo per lavori in corso.
Gli «Acrobati» sono adesso al Museo Gemmellaro, con la scena principale solcata da una moltitudine di cervi, di buoi e di cavalli perfetti incisi da maestri di 12.000 anni fa.

E la tensione della schiena ad arco degli «Acrobati», fra una serie di figure con capigliatura al vento e viso coperto da una maschera a becco di uccello. Per una danza di evoluzioni acrobatiche. O per una scena da incaprettati, un momento del sacrificio in cui i due individui legati sono destinati alla morte per autostrangolamento. Per altri studiosi si potrebbe trattare di un rito di iniziazione e le figure mascherate che circondano i due personaggi centrali potrebbero essere sciamani che assistono alla cerimonia.

L'unica donna rappresentata intorno agli «Acrobati» mostra l'addome prominente e porta un sacco sulle spalle. Con gli «Acrobati» in esposizione, è l'anno della luce per i graffiti dell'Addaura.

Ne parlano i direttori dei due musei, Francesca Spata fora per il «Salinas» e Valerio Agnesi per il «Gemmellaro», e il responsabile della sezione Archeologica della Soprintendenza di Palermo, Stefano Vassallo: «Tutti i materiali provenienti dalle ricerche effettuate all' Addaura sono oggi conservati al Museo Archeologico Salinas di Palermo, compreso il calco dell' intera parete. E pertanto, vista l' attuale impossibilità di visitare la "Grotta delle incisioni", e considerata la temporanea chiusura del "Salinas", si è ritenuto opportuno esporre il calco relativo alla scena principale rappresentata nella parete della Grotta dell'Addaura al Museo di Geologia Giorgio Gemmellaro, nella sezione dedicata alla prima presenza umana in Sicilia, dove è custodito lo scheletro della prima donna di Sicilia, Thea, vissuta 15.000 anni fa».

Presentazione dell' evento con le relazioni dei direttori ma anche con le parole di uno studioso dell' Università di Kiel, Giampiero di Maida, sul progetto di ri cerca sull' arte parietale in Sicilia e sulle nuove metodologie di rilevamento e indagine che, tra qualche giorno, interesseranno anche i graffiti dell'Addaura.

Fino all' inizio del 2016, illuminati dai fari che rendono le incisioni più coraggiose e nette, gli «Acrobati» al Museo Gemmellaro negli orari di apertura. Chiuse al pubblico dal 1997 per ragioni di sicurezza connesse alla instabilità del soprastante costone roccioso, le Grotte dell' Addaura sono una delle più importanti testimonianze al mondo di arte parietale databile al Paleolitico Superiore (12.000 anni fa). Le ultime ricerche compiute nelle grotte risalgono al maggio del 1946 e sono state condotte da Iole Bovio Marconi, allora Soprintendente alle Antichità per la Sicilia occidentale, che effettuò alcuni saggi di scavo.

E confermarono l' insediamento in quell'area di gruppi di cacciatori paleolitici che continuarono a vivere all'interno delle grotte fino ad età mesolitica, nutrendosi di molluschi marini e terrestri e di vegetali. Le grotte dell'Addaura sono note nel mondo scientifico nazionale ed internazionale per il rinvenimento casuale nel 1952 di incisioni rupestri paleolitiche all'interno della cosiddetta «Grotta delle incisioni», e per la parete che non ha confronti nel panorama dell'arte rupestre.

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