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Selezionata un'azienda di Pachino, rifornirà di pesce l'Oasi Plasmon

La «Acqua Azzurra» garantisce sui filetti di spigola e orata per gli omogeneizzati dei neonati

PACHINO. È siciliana l'unica azienda che in Italia fornisce alla Plasmon i filetti di spigola e orata per gli omogeneizzati di pesce destinati ai neonati. Si chiama Acqua Azzurra, ha sede a Pachino, nel siracusano, e fa capo aun imprenditore di Catania, Alfio Puglisi Cosentino. «Siamo fra le pochissime aziende selezionate per la famosa «Oasi Plasmon» - spiega Puglisi Cosentino - e ci hanno scelto perché siamo l' unico impianto in Italia che, dalla nascita e fino al completo sviluppo del pesce da destinare al mercato, seguiamo all' interno della nostra struttura di Pachino tutta la filiera.

Garantendo origine e tracciabilità dei pesci e, nel caso di Plasmon, rispettando tutti i capitolati richiesti per i filetti destinati allo svezzamento dei neonati». Con 10 ettari di superficie destinati alle «culle» per gli avannotti (i neonati di 2 grammi circa), e concessioni per le vasche in alto mare (al largo di Capo Passero) dove orate, spigole e ombrine vengono fatte crescere nel loro habitat naturale, Acqua Azzurra è il più grande stabilimento in Sicilia di acquacoltura.

Produce circa 1.600 tonnellate di pesce l' anno e ha per obiettivo quota 2500 entro il 2018. Attività analoghe in Sicilia, alle quali l' azienda di Pachino fornisce gli avannotti da ingrassare, sono a Licata e Patti. Sessanta gli addetti stabili ad Acqua Azzurra, altri 30 sono gli stagionali ingaggiati durante la fase di pesca (per confezionamento e distribuzione) oppure nella fase della riproduzione.

«La avannotteria - spiega Puglisi Cosentino -è un segmento complicatissimo dell' acquacoltura. Necessita di tecnologie all' avanguardia e di addetti ai lavori altamente specializzati». La presenza di una filiera interna fa poi dell' azienda di Pachino uno dei fornitori di riferimento della Gdo, la grande distribuzione organizzata. «Lavoriamo con tutti: Coop, Carrefour, Conad perché siamo in grado di garantire una fornitura costante per tutto l' anno sia nella qualità che nella quantità». E non c' è tanto da stupirsi, visto che proprio la Gdo registra solo nel settore del banco pesce l' unico segno positivo nelle vendite. Dati FAO, poi, confermano l' impoverimento dei mari tanto che negli ultimi due anni il prodotto allevato ha superato, a livello mondiale, nella produzione (e quindi nel consumo) il pescato. E in questo senso la Grecia aveva visto bene quando, prima della crisi produceva 140mila tonnellate l' anno di pesce da acquacoltura (seconda voce del Pil dopo l' olio). L' Italia, oggi, si ferma a 15 mila tonnellate, mala domanda a tavola è di circa 70 mila. Che importiamo, anche in Sicilia. Insieme a qualche inevitabile frode di pesce spacciato per "Made in Italy". O in Sicily.

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