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Tenero o cinico, ecco il mondo di Antonio Albanese

Dice l’artista: «Eternit, mafiosi, politica ignorante. Argomenti su cui ho scritto dieci anni fa ma, ahimé, ancora attuali. La particolarità sta nel modo in cui li abbiamo voluti portare sul palco»

CATANIA. «Sono felice di tornare in Sicilia concludendo al sud un viaggio meraviglioso». Il percorso a cui si riferisce Antonio Albanese è la lunga tournée teatrale che lo ha portato in tutta Italia, con uno spettacolo che racchiude, in poco meno di due ore, 25 anni di lavoro. L'artista torna nell'isola che diede i natali ai genitori, con lo spettacolo Personaggi.

Si comincia domani, sabato e domenica al Teatro Metropolitan di Catania alle 21,15. Stesso orario anche per gli spettacoli di Palermo previsti per mercoledì 25, giovedì 26 e venerdì 27 febbraio al Politeama Garibaldi. I sei show sono curati da Agave Spettacoli e Musica da Bere. C'è, inoltre, la data a Ragusa il 24 febbraio al Teatro Duemila.

Sul palco Antonio Albanese porterà L'Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico e Perego, maschere e insieme prototipi della nostra società. Lo spettacolo Personaggi riunisce alcuni tra i volti creati da Antonio Albanese: dall'immigrato che non riesce a inserirsi al Nord, all'imprenditore che lavora 16 ore al giorno, dal sommelier serafico nel decantare il vino, al candidato politico poco onesto, dal visionario Ottimista «abitante di un mondo perfetto» al tenero Epifanio e i suoi sogni.

È lo stesso Albanese che racconta com'è strutturato lo spettacolo. «Ho scelto i personaggi più rappresentativi, ho voluto portare con me Epifanio, un ingenuo e pieno di sorprese. Anche lui, come è successo a me, lascia il suo paese. Io lasciai Lecco per studiare a Milano. Poi c'è Alex Drastico, un siciliano che non si è mai adattato. Non posso non raccontare di un Nord vorace. E, ovviamente, c'è anche Cetto La Qualunque, un personaggio che è sempre stato erroneamente catalogato in Calabria. Quando lo abbiamo ideato con i miei autori abbiamo semplicemente utilizzato un carattere. Ma Cetto la qualunque è ad Aosta, a Ragusa, a Verona o a Milano. È il prototipo di una politica ignorante, cattiva che, raccontata così, diventa ridicola».

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