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Shakespeare in siciliano: Riccardo III a Gibellina

L’opera, adattata e tradotta da Giuseppe Massa, debutta a Palazzo di Lorenzo per il festival «Orestiadi, nel segno del contemporaneo». I due capitoli proposti saranno «Straggi» e «Luttu»: viene raccontata la vertiginosa discesa negli inferi dell’orrore

PALERMO. È tutto un gioco di potere, di trono, di effetto: il «Riccardo III» di Shakespeare gioca sugli uomini e sul loro «dovere» di ricerca della potenza. Che, in quanto tale, offre soddisfazione e piacere. Ma lo spettacolo di Giuseppe Massa va oltre e cerca di rintracciare i doveri (e dunque, le colpe) di chi è alla ricerca spasmodica dell’essere primo, su tutto e tutti.
Debutta stasera alle 21,30 a Palazzo di Lorenzo, a Gibellina - per il festival «Orestiadi, nel segno del contemporaneo», promosso dalla Fondazione con la direzione artistica di Claudio Collovà, ingresso libero – il dittico «Straggi» e «Luttu», due capitoli dell’adattamento in siciliano del «Richard III», adattato, tradotto e diretto da Giuseppe Massa. Un ulteriore passo in avanti rispetto al precedente «Richard III (overu la nascita du novu putiri», visto l’ anno scorso anche al Teatro Biondo, e che adesso si addensa in «Luttu».
In quel caso l’unica attrice in scena – una straordinaria Simona Malato – vestiva panni e tragicità diverse. In questo caso, invece, le si affianca Giovanni Calcagno. È una co-produzione tra Associazione Bogotà/A.C. Sutta Scupa, in collaborazione con Teatro Mediterraneo Occupato, Nostra Signora c.c.d, ‘a Strùmmula. L’ingresso è libero. Tre diversi ambienti drammaturgici, alla fine, prenderanno vita a spettacolo finito: straggi, luttu, guerra.
«Alla base della nostra personale rivisitazione di Shakespeare, attraverso anche la radicale traduzione in siciliano – spiega Giuseppe Massa – c’è l’approfondita analisi sui comportamenti dell’uomo quando entra in relazione col potere o, più semplicemente, la sfacciata rappresentazione di quella sete di potere che cova in ognuno di noi. Presentiamo i primi due capitoli e pur seguendo la cronologia degli eventi e rispettando fedelmente la struttura dialogica dell’opera, la ricerca ha virato verso una forma più frammentaria, dinamica e visionaria».
Il primo capitolo, «Straggi» è interpretato da Giovanni Calcagno ed è concentrato sulla solitudine del futuro re, che si sente estraneo alla società in cui vive; la vertiginosa discesa negli inferi dell’orrore non è altro che un percorso di assorbimento del potere. In scena tutta bianca, Calcagno ricorderà le scene in cui l’affascinante carnefice Riccardo III progetta la morte del fratello Clarence e dei suoi nipotini, intralci ingombranti per l’ascesa al trono. «Luttu» con Simona Malato è focalizzato sulla quarta scena del quarto atto e in particolare sull’universo femminile che subisce indirettamente la tragedia. Le ex regine, Margherita ed Elisabetta parleranno di dolore, tradimento e lutto, che le ha colpite come donne, madri, amanti. In questo caso predomina il nero.
Il dittico teatrale sarà preceduto, alle 20,30 al Sistema delle piazze di Gibellina da «Otradnoie 1» del Proyecto Otradnoie (Barcellona/ Tolosa) con Ingrid Esperanza, Maurici Pascual, Germán Caro Larsen. Ingresso libero.
Il set dello spettacolo è formato da oggetti di recupero che trovano un nuovo significato e una nuova vita in scena. Questi oggetti, che hanno perso la loro funzione, coesistono con macchinari e strumenti elettronici che generano rumori, la musica dello spettacolo, creando uno stordimento pieno di polvere. La musica è live, composta con strumenti digitali e altri costruiti appositamente. Domani e venerdì sempre a Gibellina, via al progetto di Saverio La Ruina: Palazzo di Lorenzo ospiterà prima «La borto» e poi «Italianesi», mentre al Teatro Garibaldi alla Kalsa, lo stesso attore calabrese porterà sabato “Dissonorata”. Tutti spettacoli che hanno vinto premi Ubu.

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