
PALERMO. «Ma lietamente a me medesimo indulgo, il Mostro». Così scriveva, nel 1924, Giuseppe Tomasi di Lampedusa al cugino poeta Lucio Piccolo in una bella cartolina inviata da Torino, lasciando intendere la conduzione di una vita spensierata. Il documento appartiene ad un corpus di 337 cartoline, provenienti da svariate località italiane ed europee e indirizzate ai fratelli Piccolo di Calanovella. A scoprire l'inedita corrispondenza il giornalista Franco Tumeo. A scorrerle una dopo l'altra, vi si leggono i saluti, le annotazioni, i commenti firmati dai nomi più prestigiosi della cultura italiana: Eugenio Montale, Camilla Cederna, Sandro Penna, Piero Draghi, Francesco Orlando, Andrea Zanzotto. E ancora, tornando più indietro nel tempo, i nomi di Raniero Alliata, Fulco di Verdura, Agostino Gemelli, Filippo Cianciafara, Licy Wolff e tanti altri.
La collezione era rimasta sepolta sotto una coltre di oblio per quasi sessant'anni, tra le cose e i ricordi di una distinta signora di antica nobiltà che l'aveva ricevuta in dono direttamente dalle mani di Casimiro Piccolo di Calanovella. Oltre ai nomi più prestigiosi della cultura italiana del Novecento, ad arricchire la collezione, come riporta il Giornale di Sicilia, vi sono anche le cartoline autografe di Casimiro, Lucio e Agata Giovanna Piccolo indirizzate al padre Giuseppe, in fuga con l'amante ballerina. E ancora, una fitta corrispondenza tra Beatrice, madre di Tomasi, e la sorella Teresa, madre di Lucio, la sorella Nicoletta (Lina) sposata con Francesco Cianciafara, che da Messina non tralasciava di inviare cartoline alla sorella, ora all'indirizzo di via Libertà, a Palermo, o alla Villa di contrada Vina di Capo d'Orlando. Non mancano nemmeno le cartoline della sorella Giulia, sposata Trigona, dama di compagnia della regina Elena, assassinata a Roma dall'amante Vincenzo Paternò. E poi le cartoline da Parigi del cugino Fulco di Verdura, stretto collaboratore di Coco Chanel.
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