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Al via il "Festival dei due Mari" a Tindari

TINDARI. Tutto pronto per l’apertura del Festival dei due Mari nel teatro classico di Tindari sul tema dello scontro ideologico tra oriente ed occidente. Questa sera alle 19 in scena il gruppo teatrale  Mitipretese con Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra  Toffolatti e Mariangeles Torres impegnate in una ricostruzione e possibile risoluzione al femminile del conflitto e della guerra. Domani in scena Alcesti, riproposizione di una produzione del Teatro dei due Mari con Micaela Esdra, regia di Walter Pagliaro.

Le Troiane -  La scena è spoglia, scandita da ciò che resta dopo la guerra. Un cumulo di vecchie valige, un tavolo divelto, sedie spaiate seminate attorno, resti di detriti e utensili, in fondo un muro coperto da vecchi drappi di tela. Una donna percorre la platea, smarrita, confusa. Si agita, e altre due la raggiungono a calmarla. E’ la fine della guerra e presto le donne rimaste saranno spartite dai vincitori. Poi le tre superstiti abbandonano il pubblico sotto il richiamo di una sirena, come se ancora qualcosa dovesse colpirle, come se ancora ci fosse qualcosa da cui potersi difendere. Le donne raggiungono il muro e tolgono i drappi. Ecco, su quel muro appaiono i volti di tutti quelli che la loro guerra ha ingoiato. E’ l’inizio della tragedia. Ecuba, Andromaca e Cassandra di lì a poco entreranno in contatto con Elena, colei che è stata la causa di ogni loro male.
L’attesa per le loro sorti le porterà attraverso la loro memoria a gettare uno sguardo verso il tempo a venire, un tempo privo di senso, distante da ogni legame con il mondo che fino ad allora avevano conosciuto. In quest’attesa ognuna delle quattro cercherà di trovare il modo di sopravvivere, portando via con sé, nella propria valigia ciò che gli consentirà di farlo. Per Cassandra sarà la vendetta, per Andromaca l’amore per il proprio figlio, per Elena la bellezza, e per Ecuba la memoria di ciò che è stato, di quello che ora è, e di cosa sarebbe potuto essere. Il nostro allestimento delle troiane si concentra su queste quattro figure femminili, quattro donne antiche e ancora capaci di raccontarci i segreti recessi della nostra costituzione profonda. Abbiamo cercato di rendere concreta e vitale la parola di Euripide, abbiamo lasciato che attraversasse i corpi di chi era in scena per lasciarla risuonare nella sua assoluta vibrante, tragica bellezza.

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