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Architetture 2010/2012, la mostra che ripensa Palermo

L'esposizione, visitabile fino al prossimo 19 aprile, è a cura dell'ordine degli architetti pianificatori paesaggisti conservatori della provincia del capoluogo isolano

PALERMO. Un omaggio all'architettura, quella che guarda alle città con rispetto e con attenzione, quella degli architetti che interpretano il mestiere come servizio e non come esercizio, architetti consapevoli che il loro è un mestiere d'arte.
La mostra "Architetture 2010/2012" a cura dell'architettetto Mario Chiavetta - visitabile da oggi, presso sede dell'ordine degli architettati di Palermo, a partire dalle 16.30 e  fino al  19 aprile - interpreta questo sentimento di riappropriazione del mestiere, celebra la capacità di ripensare la città per rifondarla secondo lo spirito del tempo, espone progetti realizzati in vent'anni da architetti giovani e meno giovani, tutti con la caratteristica comune di essere interventi mirati, concreti, puliti.
Progetti veri per gente vera; progetti capaci di restituire all'architetto la fantasia e allo spazio la giusta forma. Vivibile e godibile.
Dunque una riflessione sulle mancate possibilità di sperimentare architetture nuove  per Palermo ma anche capaci di risanare luoghi tanto belli quanto degradati. Molti gli esempi sotto gli occhi di tutti. Testimonianza di come poca sia stata la sensibilità con cui le istituzioni hanno gestito in questi anni gli interventi, pur potendo con poco sforzo e molta lungimiranza evitare sprechi di denaro pubblico e applicare una buona architettura come sistema.
Mario Chiavetta così scrive sull'interessante catalogo che accompagna la mostra: "La rassegna dei progetti qui presentati è testimone di una resistenza, e perseveranza del progetto, a quanto oggi lo scenario istituzionale e politico ci impone e traduce un approccio che nega la globalizzazione dei linguaggi che si travestono di ARCHITETTURA e si sottomettono a logiche che nulla hanno a che fare con la nostra professione non dimenticando che “l’architettura, come scriveva Vitruvio (e in modo assai più ampio nei nostri anni), è una pratica artistica che agisce “armata dalle diverse discipline” e che la relazione con esse è, rispetto ad altre arti, diversamente cogente”.

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