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Quando la Sicilia riparte da se stessa

Il designer Giulio Iacchetti sull'Isola per alcuni importanti appuntamenti culturali parte oggi da Catania, ospite dell’Accademia Abadir, con “Secondo Imbrunire” l’incontro pubblico, preludio ad un workshop, sul tema del radicamento al territorio come risorsa per recuperare un lavoro progettuale “sincero e onesto” a partire dalle tradizioni costruttive dei luoghi

PALERMO. Il designer Giulio Iacchetti in Sicilia per alcuni importanti appuntamenti culturali parte oggi da Catania, ospite dell’Accademia Abadir, con  “Secondo Imbrunire” l’incontro pubblico, preludio ad un workshop, sul tema del radicamento al territorio come risorsa per recuperare un lavoro progettuale “sincero e onesto” a partire dalle tradizioni costruttive dei luoghi.  Iacchetti riflette sulla necessità di rispettare i valori tradizionali del “fare” in una commistione attiva tra nuovo e preesistente.



Il recupero dei materiali delle tecniche e dei legami tra passato e presente, dice, è una ricchezza. Catania propone in questo senso un’idea di design contemporaneo a partire dalla “lava”, elemento straordinario e mitico che da solo ha un impatto emotivo non indifferente.
Iacchetti afferma con grande limpidezza che è impossibile prescindere dalla presenza della “Montagna”. Il vulcano produce da sempre un materiale costruttivo che è l’oggetto della riflessione per le potenzialità che offre: la pietra fusa rappresenta una possibilità esclusiva e caratterizzante, è insieme innovazione e tradizione.



L’architetto ammette di essere stato suggestionato dalla visione di immagini sulla lavorazione della lava, e da queste suggestioni  è venuto fuori “Secondo imbrunire”, citazione letteraria e omaggio a Francesco Battiato, ma anche una scommessa tra progettualità nuova e rilancio dell’artigianato come ricerca di “nuovi argomenti”.   Il design è una compromissione totale con la materia - dice Iacchetti - è saper toccare, annusare, è entrare in rapporto pieno con la materia. Sostiene a ragione, che l’Italia ha risorse ben distribuite su tutto il territorio, che aspettano di essere valorizzate in maniera intelligente. Recuperare e ripensare le ancestrali e vivide capacità artigianali oggi vale oro. Cita ad esempio Antonio Marras, sensibile artefice di un modo assolutamente coerente e originale di progettare e creare oggetti contemporanei che però abbiano un chiarissimo sapore autoctono.  Sempre in Sicilia, il secondo degli appuntamenti di Iacchetti, il 1 Giugno prossimo ad Enna, apre al pubblico la mostra “Cruciale”, interessante percorso semantico e intellettuale intorno all’idea della croce come simbolo, pianta architettonica, incrocio di linee che, nella semplicità della forma genera luoghi forti, in cui la potenza del segno traccia indelebilmente il luogo stesso che lo accoglie.  Iacchetti lega alla simbologia della croce anche l’idea del viaggio. Enna, dopo Milano e Roma, in occasione della seicentesca festa patronale della “Madonna della visitazione” è lo scenario di un viaggio contemporaneo che è spirituale, reale e immaginario. Un rito che si trasforma in un percorso attraverso 22 tappe, tante quante le croci progettate con materiali differenti, che raccontano di come il valore attribuito alle cose e ai segni può variare in base a come  questi vengono ricollocati nei contesti.

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